Provincia di Crotone, Lentini sul giorno della memoria
Il Giorno della Memoria ci aiuti a ricordare cosa l’uomo è stato capace di concepire nella civile, cristiana Europa. Affacciamoci tutti, il 27 gennaio, ai cancelli di Auschwitz, affacciamoci a quei cancelli dietro i quali l’umanità perse la sua dignità e la misericordia venne sostituita dall’orrore della barbarie nazista.
“Meditate che questo è stato”, ha scritto Primo Levi. Meditiamo, perché il genocidio degli ebrei, le deportazioni, la “soluzione finale”, come venne chiamato lo sterminio, scientificamente organizzato, di un popolo considerato il simbolo della corruzione e di tutti i vizi morali, sono avvenuti non secoli fa, ma appena pochi decenni fa. Meditiamo, perché milioni di persone comunque consentirono che questo accadesse.
Bisogna essere vigili, perché nemmeno quella tragedia immane ci ha vaccinati per sempre contro i virus dell’intolleranza, dell’odio razziale, del fanatismo ideologico e religioso, della persecuzione di chi è diverso, in ogni angolo del mondo.
Il Giorno della Memoria non stabilisce una gerarchia del dolore. Altre tragedie ha conosciuto la storia, altri regimi disumani, altri lager, altre persecuzioni e sofferenze: di popoli, di individui, di categorie sociali, di uomini della cultura, di artisti, di scienziati.
Ma l’unicità della Shoah è nel suo perverso, barbaro concepimento: un popolo viene sterminato in quanto tale. La sua eliminazione fisica è progettata e attuata come progresso ineluttabile della storia.
Da allora siamo tutti ebrei. E’ come un peccato originale che ci portiamo nella coscienza. Anche se non abbiamo vissuto quegli eventi, ne portiamo la colpa perché è l’umanità che ha scritto quella pagina terribile, che ha cancellato la ragione per dare spazio alla follia dei treni blindati, delle “docce” di gas mortale, degli esperimenti criminali su cavie umane.
Mai più una simile barbarie. Mai più un sistema di morte. Mai più “presenze estranee” nella vita dei popoli, da eliminare per purificare il mondo.
La “diversità” sia considerata ricchezza, valore, integrazione. Non esiste il giusto e il bene tutto da una parte e l’errore e il male tutto dall'altra.
C’è verità in ogni cultura, in ogni religione, in ogni aspirazione alla giustizia e alla pace. Per costruire un nuovo umanesimo, abbiamo bisogno di parole, di comprensione, di amore.
Noi, terra dell’accoglienza e dell’incontro tra genti e culture diverse, noi che siamo greci e albanesi, arabi e spagnoli, noi che veniamo dal mare e che apparteniamo alla storia del Mediterraneo, teatro di incroci e di scambi tra popoli, idee, fedi, ordinamenti giuridici, che hanno segnato il cammino dell’umanità, noi dobbiamo sentirci artefici di questo nuovo mondo. Dalla nostra provincia deve partire un solo messaggio: tolleranza, solidarietà, accoglienza, amicizia. Le guerre di civiltà hanno un solo traguardo: la fine della civiltà umana.
Il Giorno della Memoria ci richiami al dovere di ricordare e all’impegno di realizzare un futuro in cui ci sia spazio per tutti e in cui nessun sonno della ragione possa più riprodurre l’infamia e la mostruosità di Auschwitz.