La lotta no Tav, presidio a Cosenza
"L'operazione repressiva scattata contro gli attivisti No Tav conferma che il sistema ha paura e l'unica arma che conosce è quella repressiva. - Comunica una nota stampa - Un sistema che cerca di delegittimare un grande movimento popolare accreditando l'ipotesi che non tutti i partecipanti alla imponente manifestazione del 3 luglio scorso fossero valligiani, ma solo criminali scesi in Valle per creare disordini.
Ma la lotta contro la Tav è una lotta che investe tutt*, anche quelli che devono ancora nascere. Oltre ai danni ambientali e sociali i costi della Tav stanno indebitando le generazioni future per arricchire le solite lobby finanziarie. Siamo tutti No Tav. Anche in Calabria, anche a Cosenza dove ieri un nostro compagno, Giuseppe Tiano, è stato perquisito e portato in questura. Giuseppe si caratterizza per il suo intenso impegno su mille fronti. È un generoso, ed è per questo motivo che si è spinto fino in Val di Susa, per portare la solidarietà sua e nostra ad un’altra comunità, quella di una Valle in lotta per evitare la devastazione del proprio territorio in favore degli interessi dei soliti noti.
In questo, la Val di Susa e la Calabria sono molto più vicine di quanto si possa credere.
Speriamo che Giuseppe e tutti i compagni inquisiti siano scagionati al più presto dalle ridicole accuse di cui sono oggetto, e ci auguriamo che questa ennesima operazione repressiva non rappresenti il preludio a negative e gravi sorprese nell’appuntamento del 23 febbraio prossimo, dove a Roma la Cassazione sarà chiamata a chiudere definitivamente la farsa del c.d. processo “No global”, milioni di euro gettati a mare in un altro goffo tentativo di criminalizzazione del movimento. - Conclude la nota - La nostra solidarietà va a Giuseppe, a tutti gli arrestati, al movimento No Tav, agli abitanti della Val di Susa e a tutti coloro i quali si rifiutano di abbassare la testa e continuano a lottare per la democrazia e la giustizia sociale."