Giornata memoria in campo concentramento Ferramonti
Si è ripetuta anche quest'anno, in quello che fu campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia, a Cosenza, la cerimonia in ricordo della Shoah, nel Giorno della Memoria. Alla celebrazione hanno partecipato anche alcune persone che sono nate proprio in questo campo, figli di deportati. Eva Rachel Porcilan, che ha vissuto nel campo per il primo anno della sua vita, ha raccontato quello che le hanno sempre detto i genitori, ovvero che sono sopravvissuti grazie alla generosità della gente del luogo, che li sfamava. Joseph Wesel, anche lui nato nel campo, ha voluto dedicare una preghiera, in lingua ebraica, a chi è morto nel campo di prigionia e alla gente di Tarsia. E poi c'era anche chi è già stato a Ferramonti altre volte. Come Edith Fischof Gilboa, che ha vissuto da prigioniera nel campo. All'epoca aveva solo 16 anni. "Passavamo le nostre giornate a pensare a sopravvivere", ha detto la donna. "Sempre in fila per avere un pezzo di pane o anche solo due ciliegie", ha raccontato l'ex prigioniera. Una corona di fiori è stata deposta all'ingresso del campo, presente anche il prefetto di Cosenza, Raffaele Cannizzaro. Poi un lungo incontro al quale hanno partecipato moltissimi studenti, che hanno visitato la struttura e il museo annesso.