Amministrative 2012 in Calabria: nei comuni sciolti per mafia serve un progetto
Alla notizia dello scioglimento dei due Consigli comunali calabresi di Briatico (Vibo Valentia) e Samo (Reggio Calabria) approvato di recente dal Consiglio dei Ministri, intervengono in una nota congiunta il Segretario Regionale del Partito Popolare Sicurezza e Difesa, Filomena Falsetta, e il Segretario Regionale del Coisp – il Sindacato Indipendente di Polizia, Giuseppe Brugnano.
“Lo scioglimento delle amministrazioni cittadine – dichiarano Falsetta e Brugnano – costituisce di fatto una sospensione della democrazia a livello locale, rappresentando, dunque, uno shock sia per il mondo politico locale sia per la società civile. Tuttavia, tra le varie politiche di contrasto alla criminalità organizzata, ve n’è una che a nostro giudizio riscuote successo in termini di efficacia, in quanto tocca da vicino le amministrazioni locali: è la Legge n. 175 del 6 ottobre 2010, la cosiddetta “Legge Lazzati”, promossa dal Giudice emerito della Corte di Cassazione Romano De Grazia, nonché fondatore del Centro Studi Lazzati, la quale introduce nell’ordinamento dello Stato il divieto di propaganda elettorale per le persone sottoposte alla misura della sorveglianza speciale di P.S..
“Ebbene, - continuano i rappresentanti calabresi del Ppsd e del Coisp - riteniamo che la Legge in questione, attraverso la previsione alle persone indiziate di appartenere ad associazioni di tipo mafioso, alla camorra o ad altre associazioni comunque denominate del divieto di svolgere propaganda elettorale in favore o in pregiudizio di candidati o simboli, con “qualsiasi mezzo”, direttamente o indirettamente, rappresenta uno strumento normativo estremamente valido, poiché consente a forze dell’ordine e ad inquirenti di intervenire al momento della raccolta del consenso, evitando, così, l’adozione indiscriminata del provvedimento dello scioglimento. E’ uno strumento fondamentale ed indispensabile – incalzano – per il controllo dei territori interessati dal voto impedendo, in tal modo, che siano indirettamente funzionali ad attività illegali.
Lo stesso Sindaco di Rosarno, Elisabetta Tripodi, nel corso di un recente convegno su “Donne di Mafia”, ha dichiarato che la Legge in questione è un valido deterrente, che ha dissuaso le cosche della ‘ndrangheta Pesce e Bellocco dal presentarsi alle urne. Tale strategia, contenuta difatti nella Legge, che prevede, altresì, per i politici corrotti la decadenza dall’incarico, consente agevolmente di mettere in luce le caratteristiche dei territori, i loro problemi e le modalità di azione della criminalità. La legge Lazzati – proseguono Falsetta e Brugnano - permette, pertanto, di effettuare una scrupolosa analisi delle singole realtà territoriali, mediante una serie di incisivi approfondimenti sulla vita politica cittadina, altrimenti di difficile realizzazione, in quanto la mafia ha avuto e continua ad avere un ruolo significativo nella formazione delle rappresentanze istituzionali, controllando e raccogliendo voti, partecipando direttamente o in forma mediata alle competizioni elettorali”.
Non possiamo assolutamente negare – osservano Falsetta e Brugnano - che siamo arrivati allo scioglimento dei consigli comunali per la debolezza della politica, perché le forze politiche nazionali, regionali, locali non avevano la forza di rompere con quei consigli comunali che sapevano benissimo essere inquinati dalla mafia, e, pertanto, si è giunti ad un intervento surrogatorio nei confronti dell’incapacità dei partiti di risolvere tali situazioni. In un ambiente caratterizzato dalla debolezza dei partiti, dall’autonomia dei gruppi politici e dalla capillare presenza della criminalità organizzata non stupisce dunque che le amministrazioni locali risultino altamente permeabili alle pressioni mafiose. In tale contesto, ben si armonizza la Legge Lazzati, che nasce come uno degli strumenti di cui lo Stato oggi si dota per far fronte a questa ingombrante presenza. Pertanto, è perfettamente in grado di operare non soltanto nel Mezzogiorno, ma su tutto il territorio nazionale, come dimostra l’emanazione della delibera di adesione alla Legge Lazzati da parte del Comune di Cerro Maggiore (Milano), risalente al 26 novembre del 1993.
E proprio al Nord, nel Comune di Lecco, il 2 marzo p.v. si svolgerà una grande convention sulla Legge Lazzati, alla quale parteciperemo unitamente al Giudice De Grazia, all’On. Angela Napoli, “madrina della Legge”, e ai vari magistrati calabresi.
Per tutto ciò che oggi rappresenta la Legge Lazzati, è nata la nostra idea di realizzare in Calabria, nei comuni interessati dalle tornate elettorali di maggio, che siano stati almeno una volta colpiti dallo scioglimento per infiltrazione mafiosa, un progetto politico-sindacale condiviso, in grado di costituire l’essenziale precondizione per giungere, un giorno, alla sconfitta della criminalità organizzata. Il progetto, specificano Falsetta e Brugnano, consisterà nella creazione, nell’ambito del Partito Popolare Sicurezza e Difesa, del “DIPARTIMENTO LISTE PULITE LAZZATI”e riguarderà i Comuni di Africo (RC), Borgia (CZ), Calanna (RC), Cirò (KR), Corigliano Calabro (CS), Isca sullo Ionio (CZ), Melito di Porto Salvo (RC), Nardodipace (VV), Nicotera (VV), Platì (RC), Rizziconi (RC), Roccaforte del Greco (RC), San Procopio (RC) e Stefanaconi (VV). Attraverso il Dipartimento, ci impegneremo ad offrire, a questi territori, candidature incorrotte ed incorruttibili, rappresentate questa volta, anche dagli Operatori della Sicurezza pronti a scendere direttamente in campo al fianco delle forze politiche sane della regione.” Il Dipartimento “Liste Pulite Lazzati”, inoltre, svolgerà il proprio operato anche a Catanzaro, in vista delle imminenti tornate elettorali.
A fronte della natura del nostro progetto – concludono Falsetta e Brugnano – non possiamo esimerci dall’esprimere la nostra sentita vicinanza al Parroco di Cetraro, Don Ennio Stamile per l’ennesima intimidazione subita, nella convinzione che il Dipartimento Liste Pulite Lazzati costituirà un prezioso patrimonio anche per le vittime di soprusi malavitosi.