De Lucia (Agorà Kroton): “Immigrazione, fra ricchezza sociale e schiavitù”

Crotone Attualità

Partiamo da un assunto, oramai più che una certezza: i flussi migratori costituiscono una vera e propria risorsa per il nostro paese. Se andiamo a guardare infatti - scrive in un comunicato il presidente di Agorà Kroton Pino De Lucia - i dati prodotti nel rapporto Caritas Migrantes del 2011, notiamo che il rapporto tra costi e benefici nel mondo dell’immigrazione, ci consegna un saldo positivo pari a 1,5 miliardi di euro. Solo per il rinnovo dei permessi di soggiorno e le richieste di cittadinanza tra il popolo migrante, ammonta a circa 100 milioni di euro. E mentre il totale dei contributi è pari a 7,5 miliardi di euro, le pensioni pagate dallo Stato italiano nei confronti di migranti è pari a 700 milioni di euro.

Andando a guardare anche i costi per le spese scolastiche, ci rendiamo conto di quale indotto produce. Infatti è solo grazie ai figli degli stranieri che molte scuole rimangono aperte, e di conseguenza molti docenti possono mantenere il proprio posto di lavoro. Questi numeri. molto importanti, sono però spesso ignorati dai media e dai politici, che invece preferiscono definire l’immigrazione, una piaga sociale. Nello specifico del nostro territorio, l’immigrazione - continua De Lucia - è secondo noi una risorsa economica che influisce significativamente nel tessuto sociale. Oltre alla manodopera agricola e alla presenza delle badanti che si prendono cura dei nostri anziani, c’è da considerare anche la presenza del Centro di Prima Accoglienza più grande d’Europa, e di piccoli altri centri di prima e seconda accoglienza che danno lavoro a centinaia di persone, ed il quale indotto è più importante di qualsiasi altra azienda presente sul territorio.

Queste tutte le facce positive di un fenomeno in continuo mutamento. A tutto questo, va però sottolineata la nostra incapacità nel dare dignità a queste persone. Dignità e rispetto per le persone innanzitutto. Basta guardare fuori dalla nostra porta per renderci conto che esistono persone trattate ancora come delle bestie, da individui che considerano il valore del profitto più importante di qualsiasi vita umana. Ed i fatti di Rosarno sono l’esempio più lampante. La tragicità di quei fatti, non è altro che il culmine di una situazione che si perpetua tristemente da anni. Quei campi dove dormivano i migranti erano sotto gli occhi di tutti, ma bastava voltarsi dall’altra parte per far finta di niente, perchè quelle braccia servivano a tutti, e le arance andavano raccolte.

Oggi - conclude De Lucia - la situazione non è affatto cambiata. Anche nella piana di Sibari esistono veri e propri Lager, dove centinaia di uomini calpestano innaturalmente la loro dignità di uomo, per racimolare 15 euro al giorno. Ho sentito storie terribili di uomini tenuti a pane e formaggio e costretti al lavoro per dodici-tredici ore al giorno. Non hanno pace, vessati da caporali ed imprenditori agricoli che non risparmiano loro alcuna umiliazione. Lottano per mezzo pane, e spesso non hanno nemmeno quello. Muoiono per un si o per un no, come il migrante gambizzato a Rosarno, o come gli stagionali polacchi scomparsi in Puglia in uno dei tanti campi allestiti per accogliere inumanamente i lavoratori stranieri. Ditemi voi se questo è un uomo. Ma questo è l’uomo, purtroppo. Spesso preparo i ragazzi ospiti nei nostri centri, a quale, duro futuro potrebbero andare incontro. Ma a volte mi vergogno a raccontargli della brutalità della nostra società.

Ecco, la gravità della situazione ci deve illuminare per trovare soluzioni adeguate. Le drammatiche situazioni che persistono in varie zone della regione, non si sono fortunatamente verificate nel crotonese. Ma non è affatto un caso. La costante presenza dell’associazionismo infatti, cerca in tutti i modi di seguire questi ragazzi, di aiutarli, di non lasciarli soli. Purtroppo anche da noi molte persone dormono in strada, ma esiste un gruppo di ragazzi impagabili, che tutte le sere offre loro un piatto caldo attraverso il loro camper. Sicuramente non risolleveranno le loro sorti, ma sapranno però che esiste qualcuno che pensa a loro, e che è pronto ad aiutarli. La politica in questo momento, diciamo così, è concentrata su altre questioni, quindi spetta a noi ed al mondo della Chiesa aprire gli occhi ed il cuore, per non rimanere indifferente a questo dramma. Per evitare a tutti i costi altri drammi.