Crisi: “Marco Polo”, i migranti pagano più degli altri
“I migranti pagano più degli altri la crisi. – Lo scrive in una nota Rosario Villirillo, Associazione Marco Polo di Crotone - Dal 30 gennaio 2012 scatta la supertassa da 80 a 200 e fino a 1000 euro per il rilascio e il rinnovo del permesso di soggiorno. Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 31 dicembre 2011, n. 304, del decreto del Ministero dell'Economia e delle Finanze 6 ottobre 2011 , nonostante la nota congiunta del 4 gennaio 2012, con cui si sono espressi i ministri dell'Interno e per la Cooperazione Internazionale e l'Integrazione, dal 30 gennaio 2012 sono entrate in vigore le norme che prevedono il pagamento di un contributo a carico degli stranieri che chiedono il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno. In data 27 gennaio 2012 il Ministero dell'Interno ha emanato una prima circolare esplicativa in materia, anche se permangono diversi dubbi interpretativi. Il decreto entra in vigore il 30 gennaio 2012 e prevede alcune norme importantissime negli artt. 1,2 3 che riassumo così: La misura del contributo per il rilascio e rinnovo del permesso di soggiorno a carico dello straniero di età superiore ad anni diciotto è determinata come segue: a) Euro 80,00 per i permessi di soggiorno di durata superiore a tre mesi e inferiore o pari a un anno; b) Euro 100,00 per i permessi di soggiorno di durata superiore a un anno e inferiore o pari a due anni; c) Euro 200,00 per il rilascio del permesso di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo e per i richiedenti il permesso di soggiorno ai sensi dell'art. 27, comma 1, lett. a) T.U. (dirigenti), Sono esenti da tale contributo minorenni stranieri regolarmente presenti sul territorio nazionale e minori che attuano o ripristinano l'unità familiare, stranieri che entrano con visto per cure mediche, stranieri richiedenti il rilascio e il rinnovo del permesso di soggiorno per asilo, per richiesta di asilo, per protezione sussidiaria, per motivi umanitari, stranieri richiedenti l'aggiornamento o la conversione del permesso di soggiorno in corso di validità.
A tale contributo - si legge ancora - si aggiungono comunque la somma di euro 27,50 quale costo del permesso di soggiorno in formato elettronico di cui al decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dell'interno del 4 aprile 2006, già posti a carico dello straniero per le istanze di rilascio e rinnovo del permesso di soggiorno e del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo, nonché i costi dell'imposta di bollo. Il contributo e la somma di euro 27,50 vengono versati, in unica soluzione, dal richiedente, tramite bollettino, sul conto corrente postale n. 67422402, intestato al Ministero dell'economia e delle finanze - Dipartimento del Tesoro, con causale «importo per il rilascio del permesso di soggiorno elettronico». Il decreto ha dato anche precise direttive sulla destinazione degli importi versati dagli immigrati, parte di quali serviranno per creare un Fondo Rimpatrio a disposizione di coloro che necessitano di essere rimpatriati perché non presentano condizioni di regolarità, mentre i contributi rimanenti saranno utilizzati per le coprire le spese del Ministero dell'Interno.
A nulla solo valsi, finora, - conclude Villirillo - i tentativi di apportare modifiche importanti alla normativa portati avanti dal Ministro dell'Integrazione Andrea Ricciardi e dal Ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri, in vista di una regolamentazione meno ferrea basata sulla differenza di reddito, come anche sulla composizione dei nuclei familiari. Entrambi i Ministri chiedevano una riforma del testo base con queste motivazioni: «In un momento di crisi che colpisce non solo gli italiani, ma anche i lavoratori stranieri presenti nel nostro Paese, c'è da verificare se la sua applicazione possa essere modulata rispetto al reddito del lavoratore straniero e alla composizione del suo nucleo familiare.» La Marco Polo, in attesa di vedere e valutare le innovazioni allo studio del Viminale, allo di miglioramento del predetto provvedimento, esprime riserve e contesta: contro una tassa "odiosa" e dall'impatto devastante: fino a 1.088 euro nel caso di famiglie con almeno due figli maggiorenni ma spesso ancora a carico, ossia un provvedimento ingiusto", ritenuto sbagliato e antistorico addebitare di fatto agli immigrati "i costi di una politica delle espulsioni sempre meno coerente coi movimenti migratori in atto".”