Farmacie Catanzaro: nuovo sciopero 20 e 21 febbraio
"Federfarma Catanzaro con delibera del Consiglio Direttivo del 30 gennaio 2012, è giunta nella determinazione di proclamare ed attuare a livello provinciale una importante forma di agitazione nell’assistenza farmaceutica, allo scopo di sostenere concretamente le legittime istanze delle farmacie aderenti, offrendo allo stesso tempo la solidarietà dell’intera categoria a quelle farmacie che più risentono dei gravi ritardi nei pagamenti, e tenendo viva così nell’opinione pubblica la reale gravità del problema in questione. - È quanto si legge in una nota del Presidente di Federfarma Catanzaro, Vincenzo Defilippo - I titolari di farmacia della Provincia di Catanzaro hanno, con estrema delusione, preso atto che non esiste una concreta volontà della ASP di trovare una accettabile soluzione al gravissimo problema dei mancati pagamenti delle ricette. Alla tregua non siamo interessati, vogliamo soluzioni definitive. Occorrono programmazione e certezze.
Ad oggi, - si legge ancora nella nota - il ritardo è arrivato a ben cinque mensilità (agosto, settembre, ottobre, novembre e dicembre 2011), per un credito complessivo di € 28 milioni circa. Abbiamo 28 milioni di motivi per protestare, tanti quanti l’ammontare delle somme non ancora corrisposte dall’Azienda Sanitaria di Catanzaro. Profondo disappunto e preoccupazione sono questi i sentimenti che suscitano l’incapacità dell’Amministrazione Regionale e dell’Azienda Sanitaria di mantenere fede a impegni spesso disattesi e difficili da rendere comprensibili ai Titolari di farmacia, i quali sono attualmente schiacciati tra la pubblica amministrazione che non paga e i fornitori privati che richiedono i pagamenti peraltro comprimendo le dilazioni di pagamento. Un ritardo di tale entità è incompatibile con una corretta gestione economico-finanziaria di qualsiasi azienda e la circostanza che da parte della ASP non solo non giungono rassicurazioni di sorta circa il pagamento del dovuto ma nemmeno una qualsiasi dichiarazione di impegno a recuperare neanche parte del pregresso, costringerà i titolari di farmacia a ricorrere alle altre forme di autotutela consentite dalla legge, vale a dire l’assistenza indiretta.
I farmacisti, che da sempre lavorano per la cittadinanza, con la massima disponibilità e spirito di sacrificio, pur nella certezza che la causa di tutto ciò è da ricondursi unicamente alle inadempienze della ASP, sono fortemente rammaricati e preoccupati per le conseguenze che ne deriveranno agli assistiti, ma, allo stesso tempo, sono consapevoli che il perdurare della situazione condurrebbe al tracollo definitivo del sistema farmacia. La crisi si sta facendo sentire in maniera profonda anche in questo comparto, c’è una fuga di molti farmacisti che vendono e lasciano la Calabria, altri stanno per fallire, oppure, semplicemente, stanno per chiudere perché non ce la fanno ad andare avanti. Conseguenza di questa situazione insopportabile e paradossale è il continuo ricorso da parte dei titolari ad un sistema finanziario sempre più diffidente verso i crediti sanitari. La nomina del Direttore Generale dell’ASP poco ha inciso sulle ipotesi di soluzione di un problema strutturale oltre che economico; la decisione assunta dai titolari di farmacia di passare allo sciopero, pur sofferta, risulta da un lato inevitabile perché dettata dalla impossibilità di finanziare senza certezze per il futuro la spesa farmaceutica, dall’altro vuole rappresentare uno stimolo a una rinnovata Regione e alle rinnovate aziende sanitarie per poter recuperare in un tempo compatibilmente breve, e nel rispetto delle esigenze dei cittadini, un rapporto costruttivo ed animato da una comunione di intenti finalizzata al bene della comunità.
Anche per questa totale mancanza di ogni pur minima forma di collaborazione i farmacisti non possono più aspettare e, proprio per evitare il tracollo definitivo dell'assistenza farmaceutica convenzionata, in assenza di concrete soluzioni da parte del Direttore Generale dott. Gerardo Mancuso o dell’Assessorato alla Salute, dovranno loro malgrado porre in essere le preannunciate iniziative.Avvertiamo la diffidenza delle banche, aspettiamo il lavoro dei tecnici e vediamo, ma restiamo preoccupati, anche perché la questione era nota da ottobre 2011. Sappiamo benissimo che il problema si trascina da anni, ma il momento è davvero difficile. Ecco perché stiamo protestando".