Cosenza, Madonna del Pilerio: il discorso di Occhiuto
Riceviamo e pubblichiamo il testo con il discorso che il sindaco Mario Occhiuto ha tenuto questo pomeriggio in Duomo in occasione dei sacri festeggiamenti della Madonna del Pilerio, Patrona della città
"Eccellenza Reverendissima, carissimo monsignor Nunnari, signor Prefetto e Autorità Illustrissime, miei cari Concittadini, la Madonna del Pilerio che oggi salutiamo, come Padrona della città, ci guarda e ci avvolge - oggi come ieri - con il suo manto protettivo e il suo sguardo di una dolce bellezza. In Maria, come ci ricorda Papa Benedetto XVI, noi contempliamo il riflesso della Bellezza che salva il mondo: la bellezza di Dio che risplende sul volto di Cristo.
In Lei questa bellezza è totalmente pura, umile, libera da ogni superbia e presunzione. Bellezza e gentilezza. Ne abbiamo bisogno.
Viviamo, infatti, tempi difficili, in cui non sempre è facile pensare al domani con fiducia e ottimismo, specie quando la realtà ci consegna ogni giorno ansie, preoccupazioni, incertezze, perdite.
Cosenza ha un legame speciale con la Madonna del Pilerio tant’è che questa ricorrenza ogni anno sempre più partecipata e questa chiesa piena di fedeli lo dimostrano.
Siamo qui, ci sentiamo tutti suoi figli.
Guardando Lei dobbiamo continuare a coltivare la speranza. Ma non la speranza miracolistica che ci libera dalla responsabilità delle azioni, piuttosto la necessità di uniformare le nostre azioni al contenuto della speranza, come ben ci indirizza il nostro caro Arcivescovo nella Sua ultima Lettera Pastorale. “SERVIZIO”, ci ricorda ancora molto opportunamente e affettuosamente monsignor Nunnari, è SAPER SOCCORRERE, consolare, essere punto di riferimento, rinunciare a sé per il bene delle istituzioni, che sono la casa di ciascuno e non di piccoli gruppi.
Giorgio La Pira scriveva già negli anni 50: "...Vorrei io essere disoccupato, affamato, senza casa, senza vestiti, senza medicinali? NO CERTO. E questo NO io lo devo pronunziare anche per i miei fratelli... Se il Governo farà come il sapiente costruttore del Vangelo, costruirà saldamente l'edificio sopra la roccia”. Da sindaco sono stato chiamato al governo di una comunità che mi onoro di rappresentare. Ebbene, ciò che voglio fare è costruire sulla roccia, essere come dice il nostro Vescovo, sale e fermento di una civiltà che abbia il segno dell'uomo. Le emergenze vere e più pressanti sono il lavoro e la casa. Il Comune non è, come qualcuno falsamente vuol far credere, un’agenzia di collocamento. E non può risolvere direttamente, con i pochi mezzi che ha a disposizione, il problema della disoccupazione. Ma noi stiamo lavorando contro il tempo per promuovere politiche e progetti che possano creare più ricchezza sul territorio, e per fare in modo, poi, che la ricchezza prodotta possa essere meglio distribuita. Sosteniamo gli operatori commerciali attraverso cicli di eventi e, con attrazioni, incentiviamo la creazione di nuove attività con agevolazioni fiscali, in particolar modo nel Centro storico. Abbiamo bruciato i tempi per arrivare alla costruzione di grandi opere pubbliche nella nostra città, come per esempio quella di piazza Bilotti. E tutto questo per evitare che si possa perdere, in questo periodo difficile, un solo posto di lavoro oltre che per stimolare la crescita economica e nuova occupazione, soprattutto a favore dei nostri tanti giovani. Così pure ci stiamo impegnando per favorire processi per la costruzione di nuove case e la ristrutturazione di quelle fatiscenti, a favore dei cittadini più svantaggiati, attraverso il reperimento di nuovi e cospicui finanziamenti. In questi primi mesi abbiamo lavorato tanto, io e la mia giunta abbiamo dato il massimo, ci siamo concentrati su ogni singolo problema. Ce ne sono alcuni, di problemi, la cui soluzione può essere raggiunta in poco tempo, mentre ce ne sono altri che richiedono tempi più lunghi e risorse più consistenti.
Ci siamo occupati di tutte quelle “buone pratiche” urbane che sono necessarie per favorire lo sviluppo sostenibile di una città civile, e che rispondono alle rinnovate esigenze dei cittadini di oggi e alle aspettative di quelli di domani. Perché è necessario che chi governa si ponga - anche e soprattutto - il problema di offrire per il futuro, alle giovani generazioni, le risorse utili per consentire una qualità della vita migliore di quella di oggi, più sana e con maggiori opportunità di lavoro. Ci siamo interessati delle aree verdi, delle ville comunali, delle fontane pubbliche, delle potature degli alberi e della bonifica dei fiumi, del ciclo dei rifiuti facendo partire la raccolta differenziata e cercando di tenere la città più pulita, del sistema di trasporto pubblico urbano, e tra poche settimane avremo la possibilità di usufruire della Circolare Veloce con pullman ecologici, su corsie dedicate, con frequenza di una corsa circa ogni 5 minuti. Stiamo per riaprire il canile municipale dopo consistenti ristrutturazioni. Abbiamo importanti progetti già predisposti per il cimitero, sul quale siamo già intervenuti con opere di bonifica e manutenzione straordinaria. Ci stiamo occupando della manutenzione delle strade e della rete della pubblica illuminazione, così come della carenza di acqua dai rubinetti, PROBLEMI ATAVICI che richiedono soluzioni sistemiche e interventi strutturali e che non possono essere risolti in pochi mesi, ma con anni di lavoro costante e disponibilità di ingenti risorse. Abbiamo prodotto importanti iniziative coinvolgendo il mondo della scuola e le associazioni di volontariato. Sono in corso attività a favore dei bambini, degli anziani, dei diversamente abili e di tutte le categorie sociali più svantaggiate.
Siamo ripartiti con la stagione teatrale, abbiamo presentato importanti mostre e programmi culturali, stiamo incentivando il turismo con varie iniziative, come per esempio con i percorsi turistico-culturali degli itinerari di ScopriCosenza, e quelli naturalistici, attraverso l'ingresso della città nel Parco della Sila, che avverrà nei prossimi mesi. Il recupero e la rivitalizzazione del Centro storico, più ancora della carenza di acqua, un problema enorme, per la soluzione del quale occorrerà molto più tempo e grandi risorse economiche. Ci sono problemi strutturali, di consolidamento, di convogliamento delle acque piovane, di accessibilità. C’è la necessità di intervenire sugli edifici privati, cosa difficile con le risorse pubbliche, anche in considerazione del fatto che la proprietà è molto frammentata. Noi però non siamo per niente scoraggiati (eravamo già perfettamente consapevoli della situazione) e ci siamo attrezzati con varie e diversificate iniziative, progetti e programmi. Stiamo promuovendo eventi e attività compatibili con i luoghi, come il festival di Invasioni, il LungoFiume in festival e tanti tanti altri, allo scopo di rendere più attrattiva e trendy tutta la città antica. E anche la fiera di San Giuseppe, pur adeguandosi alle necessità imposte dalla sicurezza per garantire il più possibile l’incolumità delle persone, abbiamo deciso di farla partire dal Centro storico per il rispetto della tradizione culturale e religiosa. Abbiamo, inoltre, già reperito importanti finanziamenti per opere pubbliche, e in poco tempo saranno realizzate “la via degli artisti” sul lungo fiume e tutta l’illuminazione artistica e funzionale. Sono aperte lungo il corso le “botteghe della solidarietà” con la collaborazione di molte associazioni di volontariato, e stiamo acquisendo direttamente alcuni spazi per metterli a disposizione dell’iniziativa dei Temporary Store (negozi a tempo) che apriranno tra pochi mesi con grandi offerte per i potenziali acquirenti e, si spera, con enorme capacità attrattiva nei confronti dei visitatori.
Stiamo realizzando il “Museo della città” all’interno della Casa delle culture e cercando le risorse per costruire un importante museo d’arte contemporanea.
Abbiamo creato una “zona franca” all’interno del Centro storico dove non si pagano le tasse comunali per favorire l’apertura di nuove attività.
Stiamo realizzando tutte queste attività, e tante tante altre ancora.
Ma non abbiamo soluzioni magiche per risolvere in pochi mesi i problemi, come appunto quello del Centro storico o della carenza di acqua, che esistono da più di quaranta anni. Chiediamo quindi un po’ di pazienza, e di fiducia. E soprattutto chiediamo di non prestarsi alle strumentalizzazioni di chi antepone gli interessi particolari o politici o partitici a quelli della città.
Possiamo sbagliare certo, e chi non commette errori? E per i nostri errori chiediamo perdono e scusa alla cittadinanza. Ma stiamo lavorando, e ci stiamo dedicando a tutte le emergenze, e sempre con UNA VISIONE D’INSIEME, strategica, volta a realizzare la città che abbiamo in mente. Lo sviluppo che ci interessa quello che guarda alla soluzione dei problemi urgenti ma allo stesso tempo pianifica il futuro con la cura dei dettagli, in modo da creare una società più giusta e una città più bella. Cosenza, la bella Cosenza, con le sue strade, i suoi quartieri, le sue chiese (e questo Duomo elevato a santuario della Madonna del Pilerio ne è un fulgido esempio), deve continuare a creare bellezza PERCHE’ LA BELLEZZA E’ LA NOSTRA RICCHEZZA, e su questa dobbiamo costruire, recuperando la saggezza di una visione globale che dia modo a chi governa di mettersi in ascolto e di creare un legame con tutta la città. Il Centro storico, piazza Bilotti, corso Mazzini o via Popilia, zone e quartieri periferici o centrali portano, così come i tanti altri luoghi di questa bella città, segni e vocazioni che vanno rispettate e integrate. E un’azione amministrativa accorta non può che tenerne conto, senza false promesse e tradimenti. La città deve essere per gli uomini e degli uomini, i progetti e le opere devono favorire processi di sviluppo e di integrazione sociale per gli uomini e le donne, e per i loro figli che, attraverso quei progetti e quelle opere, possono trovare una soddisfacente collocazione lavorativa e professionale. La città deve essere in cammino con una fortissima relazione tra cultura e innovazione, tra accesso culturale e qualità della vita, tra occupazione e sviluppo. Certamente unire sicurezza e solidarietà, accoglienza e legalità, innovazione e tradizione non è facile ma è possibile. L’integrazione sociale, nel rispetto della diversità, deve appartenere a Cosenza come sua caratteristica di bellezza e di cultura, perché la città prima che di vie, di quartieri e di edifici e di spazi, è fatta di persone.
Questa Madonna così bella che ci guarda, ci ricorda oggi che - se ci ha salvati dal terremoto e dalla peste - è stato per dare speranza al futuro di ognuno di noi.
Un futuro che tutti, insieme e tutti i giorni, siamo chiamati a costruire.
Ognuno con il suo pezzetto di compito, io un po’ più di voi, liberandoci dalla violenza subdola di chi, strumentalizzando povertà e bisogni, vorrebbe renderci preda di divisioni che non appartengono alla città. Impariamo quindi, avendo come modello la Madonna, a camminare nella bellezza, nell’accoglienza, nella dolcezza, coltivando la pietas e non l’aggressione, il confronto e non lo scontro. Bella, a mio parere, questa vicinanza rispettosa ma collaborativa e affettuosa che unisce la Chiesa cosentina alle istituzioni della città (io stesso nei momenti difficili sono confortato dal mio vecchio amico don Giacomo, che ringrazio per l’affetto e anche per il coordinamento svolto in questa occasione per tutte queste bellissime attività). E’ un legame, questo con la Chiesa, che Monsignor Nunnari alimenta promuovendo e sollecitando occasioni di confronto, nel solco della speranza e della forte impronta di attenzione civile, e di ricerca della condivisione di intenti a favore del bene comune, che in questi anni hanno segnato la presenza del suo apprezzato impegno di Vescovo della Città. Cosenza ha una grande fortuna, in questo momento, per la presenza e l’opera di questo Vescovo, segno della benedizione di Dio, ne sono convinto. La storia ne sarà testimone. Ecco, concludendo, io guardo La Madonna del Pilerio e nell’animo mi assale il desiderio che, con la sua bellezza e la sua dolcezza, possa accompagnarci nel nostro cammino, che è ancora solo all’inizio. E affido questa nostra bella città, e tutti noi cittadini, al Suo protettivo abbraccio materno confidando moltissimo nella Sua bontà e nella Sua benevolenza. La Madonna possa essere per noi, come dice Dante, TERMINE FISSO d’eterno consiglio.
Eccellenza, è con questo auspicio, reso più lieto e saldo dalla forza e dalla condivisione che anima questo giorno di festa, che a nome di tutta la città formulo i migliori auguri a Lei, a Cosenza e a tutti i cosentini."