Fli Calabria: i fondi UE per sostenere l’auto-impiego
“Conclusi gli adempimenti prettamente tecnici e burocratici per raggiungere i parametri di spesa e salvaguardare tutte le risorse finanziarie comunitarie per il 2011 stanziate per il Programma Operativo Regionale (POR Calabria 2007/2013), l’impegno per il 2012 si rinnova – si legge in una nota del Coordinatore “Politiche Giovanili” FLI Calabria Cesare Anselmi - e si propone come sfida perché agli adempimenti corrispondano tangibili risultati dei progetti di spesa previsti o prevedibili per scongiurare ulteriori ammonizioni da parte dell’autorità di Audit e conseguenti sospensioni FESR e FSE. Le indicazioni di Bruxelles sono chiare e definite, l’obiettivo è l’impiego dei fondi strutturali UE per creare sviluppo, se non altro le condizioni per il decollo economico della regione. Considerato – continua - il sostegno comunitario più che rispettoso in termini quantitativi non ancora utilizzato e disponibile nei termini di programmazione fino al 2013, sarebbe funzionale che parte della sua utilizzazione fosse finalizzata alla creazione di un fondo ad hoc per sostenere l’auto-impiego, l’auto-imprenditorialità giovanile e la formazione professionale, sulla scia di quanto già avviene in alcuni Stati membri dell’UE, per incentivare la nascita di nuove realtà imprenditoriali e contrastare in questo modo la dilagante disoccupazione giovanile che travolge la nostra regione. Una fiscalità di vantaggio potrebbe essere un esempio di strumento adeguato a sostenere singole iniziative imprenditoriali in settori cardini come l’agroalimentare, l’artigianato e il turismo, mirato in particolare a favorire le micro realtà economiche che rischiano di scomparire insieme al vero “valore aggiunto” che la Calabria può offrire in termini di qualità, tipicità e immagine attraverso il loro sostegno. La destinazione delle risorse comunitarie in un “Fondo Giovani", diventerebbe lo strumento attraverso il quale favorire lo sviluppo regionale dando ampio respiro alle micro imprese giovani, caratterizzate spesso da ridotte capacità di investimento iniziale e di gestione. Offrire tale opportunità servirebbe inoltre a creare le condizioni utili a valorizzare le giovani professionalità esistenti e frenare la loro fuga, sempre crescente, in cerca di occasioni lavorative lontano dalla Calabria. In questo clima – conclude Anselmini - d’incertezze dovuto alla congiuntura economica sfavorevole, i giovani calabresi vogliono dimostrarsi determinati nel costruire e garantire un futuro certo alla propria terra, in cui vivere e da valorizzare, ma sostenuti da una politica responsabile che sia capace di camminare nella stessa direzione. Il primo dovere della politica in Calabria deve essere quello di far rientrare tutti i suoi giovani fuggiti altrove, offrendo loro opportunità e strumenti concreti.”