Rossano: dissesto, sindaci in prima linea
Dissesto idrogeologico, diminuire lo spopolamento e l’abbandono dei centri storici favorendo la messa in sicurezza e la rivalutazione del patrimonio esistente. Stop a nuove costruzioni ovunque. Inutili e non rispondenti ad esigenze abitative. Evitare, attraverso mirate azioni di rivalutazione nelle città antiche, di far perdere i mestieri d’un tempo ed oggi ancor più preziosi di ieri, sollecitando la loro trasmissione manageriale e generazionale. Bloccare, soprattutto, la massiccia cementificazione delle aree verdi e, ovviamente, delle zone documentatamente a rischio. È questo l’appello che l’associazione europea Otto Torri sullo Jonio rivolge anzi tutto ai sindaci, in prima linea nei soccorsi e nell’assistenza di protezione civile dopo il verificarsi di gravi danni ed emergenze, ma altrettanto in prima fila, da nord a sud, nell’autorizzare o nel chiudere tutti e due gli occhi rispetto ad abusi di ogni genere che, nonostante gli oltre 3000 morti dagli anni ’60 ad oggi, continuano a stuprare l’Italia un tempo più bella, causando o favorendo disastri su disastri, tutti annunciati (a differenza dei terremoti!) Otto Torri sullo Jonio condivide, sostiene e rilancia la denuncia circostanziata fatta da Presa Diretta, programma di Rai 3 condotto da Riccardo Iacona andato in onda la scorsa settimana e che ha riguardato anche la provincia di Cosenza. Nel corso della trasmissione è stata posta l’attenzione sullo stato di degrado attuale, accumulatosi nei decenni passarti, di uno dei centri storici più belli d’Italia, quello di Cosenza: una bella chiesa dell’ottocento usata come discarica; lo stesso Duomo, da poco dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco, completamente abbandonato, etc. Le diverse amministrazioni comunali che si sono succedute – è emerso nell’inchiesta – non hanno mai affrontato la questione, avendo di fatto contribuito alla svalutazione e distruzione del prezioso tessuto urbano. E se, da una parte – ha continuato l’inchiesta di Iacona – si rischia di perdere del tutto il valore turistico, socialmente aggregante ed occupazionale in termini di sviluppo sostenibile a partire dal centro storico, dall’altra si continua purtroppo a costruire ovunque e senza alcune reale necessità abitativa. Questo l’algoritmo del declino: la popolazione diminuisce mentre gli edifici raddoppiano, anche in zone ad elevato rischio idrogeologico. Caso emblematico preso in esame da Presa Diretta è quello del cinema multisala autorizzato e realizzato nel comune di Zumpano (Cs). Una frana ha già causato danni notevoli nel parcheggio che, solo per coincidenze orarie fortuite, non si è trasformata in una disgrazia annunciata di proporzioni diverse. Ma il rischio resta dietro l’angolo. Perché – questa la domanda di Presa Diretta che Otto Torri fa propria – con la qualità ed il valore aggiunto di numerosi ed inimitabili centri storici, con i quali la Calabria potrebbe competere su diversi mercati e scenari, si continua a far cementificare quel resta di una regione che era, e non è più, una delle più belle e sostenibili d’Europa? Perché le stesse istituzioni locali, sistematicamente e logicamente a braccetto con le cittadinanze che le eleggono, non credono nei centri storici ereditati e che in altre aree d’Italia e d’Europa rimpiangono di non avere? Quale futuro può attendersi un territorio sempre più sventrato dall’abusivismo e dallo sciacallaggio edilizio? Possibile che non si sia capaci di confrontarsi col diverso sviluppo di altri Paesi?