Nuovo progetto Cosenza, sensibilizzazione contro gioco d’azzardo
Il Vice Presidente della Provincia di Cosenza, Mimmo Bevacqua, nella duplice veste di Assessore provinciale alle Politiche Sociali questa mattina ha presentato, nel corso di un’affollata conferenza stampa svoltasi presso la Sala degli Stemmi della Provincia di Cosenza, un nuovo progetto dell’Ente intitolato: ”Gioco d’azzardo, nuova emergenza sociale”. Nel presentare l’iniziativa, Bevacqua ha sottolineato la forte valenza sociale e culturale di questo progetto. “Oggi –ha detto- ci sono in Italia circa 800 mila dipendenti dal gioco d’azzardo all’interno di un’area di quasi 2 milioni di giocatori a rischio. Ma ciò che è ancor più allarmante è il fatto che in Calabria il numero dei dipendenti dal gioco d’azzardo è stimato in circa 20 mila dei quali quasi 7 mila sono nella nostra provincia. L’intervento progettuale che noi intendiamo realizzare è mirato a predisporre una serie di azioni finalizzate ad informare e sensibilizzare la comunità locale, ed in particolare gli adolescenti, sul gioco d’azzardo patologico (GAP) e a sostenere chi ne è già dipendente e le famiglie di appartenenza”.
“Gioco d’azzardo –ha proseguito Bevacqua- non significa solo gioco patologico; per molte persone, infatti, è una forma di passatempo; per altre ancora uno svago non abituale, senza accanimento, senza presenza di elementi di carattere patologico. Ma giocare d’azzardo può anche diventare una dipendenza, un tunnel drammatico che porta alla disperazione, con prezzi altissimi da pagare, sia a livello individuale che sociale. Ciò succede quando si compie l’escalation che dal gioco occasionale porta al gioco abituale, quindi al gioco problematico e poi a quello patologico. Secondo un dossier di Libera, , intitolato “Azzardopoli, il paese del gioco d'azzardo, dove quando il gioco si fa duro, le mafie iniziano a giocare", che a sua volta richiama i risultati della “Ricerca nazionale sulle abitudini di gioco degli italiani 2011”, curata dall'Associazione Centro Sociale Papa Giovanni XXIII e coordinata dal Conagga (Coordinamento Nazionale Gruppi per Giocatori d'azzardo) in collaborazione con il CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza), i giocatori patologici italiani dichiarano di giocare oltre tre volte alla settimana per più di tre ore e di spendere ogni mese dai 600 euro in su, con i due terzi di costoro che addirittura spendono oltre 1.200 euro al mese. Gli effetti negativi sono, quindi, economici (dall’impossibilità di pagare affitti e/o mutui alla perdita della casa), ma soprattutto vanno ad incidre sulla sfera personale e relazionale di chi ne è vittima”.
“Nonostante questi dati allarmanti e l’emergenza sociale che ne deriva –ha aggiunto il Vice Presidente della Provincia di Cosenza- i rischi e le conseguenze legate al gioco d’azzardo patologico stentano ad ottenere le dovute attenzioni e, soprattutto, un’articolata risposta a livello istituzionale, in termini di promozione e realizzazione di iniziative di ricerca, di prevenzione e di sviluppo di politiche di riduzione del danno. Risposta che, invece, la Provincia con questa prima iniziativa intende fornire, investendo principalmente sulla promozione del gioco responsabile, nel tentativo di restituire al fenomeno del gioco quella funzione di aggregazione sociale che da sempre gli è propria e quei valori positivi ad esso connessi e sulla corretta informazione sui rischi connessi al gioco patologico e sul supporto a chi ne è già dipendente.
Destinatari diretti delle attività progettuali volte alla riduzione del danno sono i giocatori d’azzardo e i nuclei familiari d’appartenenza; delle attività di prevenzione, beneficiari sono la comunità e le Istituzioni della provincia di Cosenza.
L’attività progettuale si concretizza attraverso la realizzazione di tre macro-linee di intervento:
A) Analisi scenario di riferimento finalizzata alla raccolta di dati sul fenomeno del Gioco d’Azzardo Patologico nell’ambito territoriale di riferimento dell’intervento progettuale (la provincia di Cosenza): conoscenza della presenza e caratteristiche dei giocatori patologici; mappatura degli interventi e dei servizi (pubblici e privati) volti alla cura e alla riduzione del danno e al contrasto del fenomeno: caratteristiche e tipologie dei servizi offerti, localizzazione.
B) Attività di informazione, comunicazione e sensibilizzazione finalizzata alla promozione dell’iniziativa, all’informazione dei potenziali beneficiari diretti e indiretti;e alla la promozione del gioco responsabile, in un’ottica, quindi, di prevenzione nell’insorgenza di forme patologiche.
C) Attività di orientamento e supporto nell’accesso ai servizi finalizzata all’orientamento e al supporto dei beneficiari nell’accesso ai servizi di cura e riabilitazione, monitorando il processo di fruizione e l’evoluzione dei risultati”.
“Questa nuova emergenza sociale –ha concluso Bevacqua- non poteva lasciare indifferente un ente come il nostro che ha sempre guardato al sociale con grande sensibilità e responsabilità, andando spesso al di là dei vecchi e rigidi steccati delle proprie competenze”.