Ance Vibo, maggiore confronto significa maggiore trasparenza
"In merito al bando di gara relativo alla progettazione ed esecuzione dei lavori di “Riqualificazione Urbana del Quartiere Pennello” desideriamo evidenziare alcuni rilievi che non permetteranno alle imprese ed all’amministrazione di procedere alla corretta ed efficace aggiudicazione dei lavori. - Comunica una nota stampa - Non vogliamo produrre una valutazione di tipo tecnico sul contenuto degli elaborati o sulle scelte compiute discrezionalmente dall’amministrazione, tale valutazione spetta infatti ai singoli tecnici progettisti.
Ciò premesso, dal punto di vista prettamente giuridico, riteniamo invece che parte della documentazione componente la progettazione preliminare non sia corrispondente, in quanto carente, ad alcune espresse previsioni contenute dall’art. 17 e ss del regolamento 207/2010.
Tale documentazione ed i suoi contenuti risultano infatti generici. Ne deriva che complessivamente la progettazione preliminare posta a base di gara sia eccessivamente generica, e tale da non permettere ai partecipanti di formulare una progettazione che sia in grado di rispondere in modo univoco e certo alle esigenze dell’amministrazione.
In merito poi all’individuazione delle classifiche relative alle categorie dei lavori richiesti per l’esecuzione dell’appalto esprimiamo forti perplessità. Le classifiche richieste dimostrano infatti che la Stazione appaltante fa riferimento all’art.61 del nuovo Regolamento n.207 del 2010.
Un riferimento chiaramente errato vista la previsione dell’art. 357 comma 16 del Regolamento che stabilisce che per i 365 giorni successivi all’entrata in vigore del regolamento le Stazioni appaltanti dovranno applicare ancora le previsioni del DPR 34/2000.
Per cui l’amministrazione si trova a non poter bandire una gara richiedendo alle imprese il possesso delle nuove classifiche previste dal 207/2010 ma avrebbe dovuto richiedere correttamente ed in particolare i lavori ascrivibili alla OG10, la IIIa classifica e per la OG6 la IVa classifica. - Continua - Alla luce di quanto evidenziato sarebbe opportuno, per un’amministrazione che ritiene di voler operare con l’obiettivo di garantire da un canto la realizzazione delle opere pienamente rispondenti alle esigenze dell’amministrazione stessa e dall’altro una più efficace e concorrenziale partecipazione alle imprese, procedere ad una revisione in “autotutela” del bando.
Tale procedura assicurerebbe con chiarezza e trasparenza condizioni e termini di partecipazione per una gara realmente sostenibile che tenga debitamente in considerazione il preminente interesse pubblico alla legalità e la possibilità per le imprese di offrire una soluzione pienamente rispondente alle richieste, chiare e dettagliate, formulate dall’amministrazione.
Una scelta che porterebbe a scongiurare il contenzioso tra imprese ed amministrazione, alla luce di un’indispensabile atteggiamento di dialogo che oggi ancora manca e che potrebbe essere elemento di facilitazione interpretativa delle norme che regolano le procedure di progettazione ed esecuzione delle opere.
La buona azione amministrativa, può e deve infatti coniugare e tradurre gli interessi eterogenei in incremento di efficacia dell’operato dell’amministrazione stessa nei confronti delle imprese e dei cittadini.
In definitiva, per far sì che il territorio possa definitivamente dotarsi di un assetto economico stabile e duraturo è essenziale che gli Enti che lo governano, non trascurino azioni di consultazione, proposta, verifica e valutazione per concorrere alla formazione di atti improntati alla massima trasparenza nelle varie fasi di progettazione, affidamento e realizzazione dei lavori edili. - Conclude - Una scelta responsabile di dialogo costruttivo, peraltro più volte invocata dagli Stati Generali delle Costruzioni a cui Ance partecipa attivamente, in assenza della quale lo scenario appena rappresentato non mancherà di manifestare chiaramente tutti gli effetti negativi."