Le riflessioni di Lavecchia (circolo Pd) sulle elezioni di Catanzaro

Catanzaro Politica

Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma di Sergio Lavecchia - circolo PD Corvo di Catanzaro

“La campagna elettorale per le comunali di Catanzaro comincia ad entrare nel vivo; manca ancora l’ufficializzazione del candidato del polo di centro, ma la “discesa in campo” di Sergio Abramo comincia a delineare i termini della campagna elettorale del centro destra catanzarese, che possono essere così sintetizzati: raccontare ai cittadini catanzaresi una favola. E la favola è questa: Catanzaro ha vissuto un periodo d’oro, il suo rinascimento culturale, artistico ed urbanistico e questo periodo è stato quello in cui Sergio Abramo è stato sindaco (per ben otto anni); poi, con la giunta Olivo, Catanzaro è ripiombata nell’oscurantismo, nel suo medio evo. Oggi “finalmente” si ripresentano le condizioni per una nuova rinascita della città: il ritorno DEL sindaco Abramo. Si sa che le favole vengono raccontate ai bambini quando sono messi a letto per farli addormentare sereni; ed una volta che si sono addormentati dedicarsi, così, senza ostacoli di sorta, alle proprie faccende. E’ questo il tentativo che il centro destra vuole fare a spese dei catanzaresi ? Fargli sognare un’epoca d’oro (che non c’è mai stata) e che potrebbe ritornare, per potersi dedicare “tranquillamente” ai propri affari ? La favola che si cerca di raccontare ai cittadini è, però, una favola che non sta in piedi, non è credibile, perché, intanto, i catanzaresi sono cresciuti e cominciano a distinguere la realtà dalla fantasia. E’ una favola poco credibile perché dimentica “un prima” ed “un dopo”. Questa favola dimentica (cercando di operare una rimozione dalla memoria collettiva della città) che prima di Abramo c’è stato un sindaco, di nome Benito Gualtieri, che ha avuto il merito di progettare e trovare i finanziamenti per quasi tutte le opere (Politeama, Funicolare, S. Giovanni …) che poi, a causa della sua prematura morte, ha concluso Abramo; il quale tagliando nastri se ne completamente appropriato prendendosene tutti i meriti; quello che ha fatto autonomamente il sindaco Abramo riguarda la seconda parte dei suoi otto anni di mandato e consiste nella cementificazione selvaggia del territorio comunale (chi era il responsabile della commissione urbanistica all’epoca ?), nella messa in atto dei progetti Urban per il centro storico (da cui parte tutta la vicenda di Corso Mazzini, realizzato come isola pedonale in assenza di parcheggi) per finire con il tentativo di cementificare persino la pineta di Giovino con le oramai famose sette lottizzazioni convenzionate; e senza dimenticare le infiltrazioni mafiose che si sono verificate in quel periodo negli appalti comunali, specie per il completamento di corso Mazzini. E poi, questa favola, dimentica il dopo, la giunta Traversa, che si cerca di cancellare da ogni riferimento: una giunta fantasma, mai esistita perché durata poco (soli! otto mesi), quando proprio il centro destra ci ha abituati (Berlusconi docet) a misurare l’efficacia della propria azione sulla base dei primi cento giorni di governo. Una giunta che ci riconsegna una città invivibile e mai stata così sporca: e non ci vengano a raccontare ulteriori favole perché l’emergenza rifiuti nella nostra città si trascina da agosto, quando il commissario per l’emergenza ambientale (gen. Melandri) era un nominato di Scopelliti e tutti gli amministratori locali (Provincia e Comune) erano in mano al centro destra. E poi il grande “buco nero” delle dimissioni di Traversa, che gettano ombre pesanti sulla partita che si sta giocando nell’ombra a spese della città e dei suoi abitanti. Un invito vorrei rivolgere al candidato sindaco Abramo: guardi di più al futuro e ci faccia capire cosa vuole farne di questa città (perché nessuno l’ha ancora capito) e, soprattutto, metta da parte i suoi toni che oscillano tra “paternalismo” ed “arroganza”; di fronte a sé ha un candidato di centro sinistra, Salvatore Scalzo, competente e pulito, che rappresenta l’unica speranza di rinascita di questa città.”

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