La Destra Lamezia su aggiudicazione del bando “manutenzione parchi urbani”
La bagarre scatenatasi negli ultimi giorni intorno ai, giusti o meno, compensi della politica, con tanto di baraonda di cifre seguita addirittura da querele e dal “ritorno a scuola” del Sindaco, è sintomatica di una “provocata” nevrosi che aleggia in città tra movimenti e partiti. Noi non conosciamo i costi “incriminati”, ma valutando realisticamente la produttività di coloro che li percepiscono, in termini di risultati concreti ed utili alla comunità, ci auguriamo che gli stessi appannaggi non superino neanche il 20% di quanto denunciato su i mezzi d’informazione. - È quanto scrivono in una nota il Segretario de La Destra Lamezia Terme Domenico Furgiuele e il dirigente cittadino Francesco Materazzo - Ci riferiamo in particolare al gruppo “dirigenziale” delle diverse aree di competenza, che non sempre rendono “facile” la vita a cittadini e alle imprese. Caso concreto è il bando di gara che L’amministrazione di Lamezia Terme con i suoi Dirigenti e l’avallo della terza commissione comunale permanente, ha concepito per la manutenzione dei parchi urbani comunali, ovvero un impegno di spesa pari a euro 452.000,00 per quattro anni di attività.
Nulla da eccepire sulla necessità di offrire dei parchi fruibili al cittadino, ma l’“indulgente” dicitura dell’oggetto “Concessione del servizio di gestione dei parchi urbani comunali”, da subito ha fatto desumere che non di sola manutenzione dei luoghi si trattava. Difatti, l’appalto prevedeva la gestione degli stessi parchi in diversi ambiti, tra i quali “Il servizio di organizzazione e gestione di attività a valenza didattica e ambientale e di tipo ricreativo” come da art. 3 comma 3 del capitolato d’oneri, argomento che pone in evidenza l’esistenza di prescrizioni di non poco conto, a nostro avviso, superflue alle reali esigenze del verde pubblico. Se consideriamo che per partecipare al bando bisognava essere in grado di svolgere “attività obbligatorie” cosi come dall’articolo 4 del medesimo capitolato, ovvero “l’obbligo allo svolgimento dei laboratori didattici in collaborazione con le scuole della città e del Comprensorio; Garantire programmazione e realizzazione di iniziative volte alla sensibilizzazione ambientale con particolare riferimento alle fasce più giovani della popolazione; l'organizzazione di almeno una attività per settimana nel periodo aprile settembre;l'organizzazione di almeno una attività al mese nel periodo ottobre – marzo”, capiamo il perché imprese leader del settore “verde pubblico” storicamente riconosciute in città, come ad esempio “Baglione” e “Bertolami” se pur qualificate, si siano trovate nell’impossibilità di partecipare alla “gara”, considerato inoltre che i soli 40 giorni di pubblicazione del bando con associata macchinosità, non hanno concesso il tempo necessario a ricercare e valutare la possibilità di organizzare eventuali ed idonei raggruppamenti.
Tutto ciò ha determinato un’ esigua partecipazione, solo due plichi, normale conseguenza dovuta probabilmente alla straordinaria complessità riscontrata nella compilazione della gara stessa, ma eccezionale circostanza per i bandi di gara pubblicati dal comune di Lamezia, ai quali generalmente partecipano tra i 60 e i 120 concorrenti, anche per importi inferiori ai 452.000,00 euro, cifra in questione. Ora che i lavori sono stati affidati ad un raggruppamento temporaneo, costituito da società di cooperative sociale, tra cui “Inrete”, “Ciarapannì”, il “Delta”, e le associazioni “Progetto sud”, associazione”100 passi con noi”, “Arci Lamezia Terme” ed “Arci servizio civile”, senza voler entrare nel novero dei “querelati”, ci chiediamo se e quanto, è stato opportuno aver gestito risorse pubbliche, in questo caso considerevolmente ingenti, quasi dando precedenza a disposizioni di cui probabilmente sono più dotati solo alcuni soggetti. Siamo convinti che un buon e “bene o male pagato dirigente” avrebbe dovuto scegliere più saggiamente di dividere il bando in due diversi avvisi, distinguendo il settore tecnico-manutentivo da quello prettamente ludico-ricreativo, così da consentire ad un più ragguardevole numero di imprese e associazioni di partecipare ognuno per il proprio campo, ciò avrebbe garantito maggiore competizione e di conseguenza risparmio per le casse comunali.
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