Fondazione Campanella, incontro con le parti sociali
“La salvaguardia dei posti di lavoro della Fondazione Campanella, passa solo attraverso il mantenimento della stessa come Ente di diritto privato, almeno fino alla conclusione del Piano di rientro”.
Lo hanno sottolineato le parti sociali (Vincenzo Ursini per l’Ugl sanità, Sergio Maida per la Cisl-Fp e Francesco Maltese per la Uil-Fp) nel corso di un tentativo di conciliazione che si è tenuto oggi, presso la sede del Centro Oncologico di Germaneto, al direttore generale Sinibaldo Esposito e al direttore amministrativo Antonio Menniti.
Un incontro, il primo del genere alla Fondazione Campanella, con l’obiettivo di trovare soluzioni condivise per il mantenimento dei livelli occupazionali e degli standard di qualità sin qui assicurati ai pazienti oncologici della regione.
Questo, in sintesi, il Verbale del tentativo di conciliazione:
“L’attuale situazione economica e di difficoltà della Fondazione non è imputabile per nessun verso alla strategia messa in atto dal management dell’Ente, che anzi si è sempre prodigato con il massimo impegno e pertanto viene sostenuto in questa ulteriore fase ; del resto appare chiaro che se le risorse della Fondazione negli ultimi anni sono state decurtate di oltre il 50% ,a fronte del mantenimento degli attuali 115 posti letto ed in considerazione tra l’altro di una implementazione dell’attività assistenziale, tutto ciò avrebbe inevitabilmente comportato un progressivo indebitamento dell’Ente.
Si condivide la necessità di intraprendere una azione forte, condivisa, congiunta ed unitaria delle parti sociali con il Management della Fondazione,
La Fondazione riconosciuta per sentenza della Corte Costituzionale (n° 267/2010) ente di diritto privato, tuttavia non può semplicisticamente essere assimilata alle altre strutture private sanitarie del territorio;
Si condivide pertanto non solo il mantenimento in “vita” della Fondazione, ma anche la necessità di azioni di rilancio del Centro Oncologico;
Si ricorda che la Fondazione Tommaso Campanella era uno degli elementi cardini del Piano di rientro al quale è sottoposta la Regione Calabria e la sua dismissione, pertanto, sarebbe il fallimento di quel punto affidato alla soluzione tramite l’opera dei sub commissari;
Si prende atto, che nonostante le notevoli difficoltà anche oggi evidenziate dal management, il personale tutto, pur in mancanza degli emolumenti dovuti per le mensilità di Febbraio e Marzo 2012, avendo già superato le festività natalizie senza stipendio ed analogamente si apprestano a trascorrere la Santa Pasqua in gravi ed ulteriori difficoltà economiche, non hanno mai fatto venir meno la loro attività nell’esclusivo interesse dei pazienti, sempre posti al centro del loro pensiero. Anche quando sono stati costretti a momenti di manifestazione del loro disagio lo hanno fatto con moderazione, compostezza e grande senso di responsabilità. Tale comportamento sancisce in modo incontrovertibile che essi meritano il massimo rispetto!.
Nelle azioni sindacali da intraprendere deve essere tenuta in inderogabile considerazione la restrizione imposta dal’attuazione del Piano di rientro, che non consente fin quando è vigente una possibile soluzione al problema connesso al personale della Fondazione. Infatti anche ipotetici accorpamenti con l’A.O.M.D. (Azienda Ospedaliera Mater Domini) non risolvono il problema occupazionale in considerazione della già ricordata sentenza della Corte Costituzionale che stabilisce che in nessun modo questo personale può semplicisticamente transitare alla stessa A.O.M.D. senza soluzione di continuità. Pertanto l’unico strumento per non porre a rischio circa 268 posti di lavoro è il mantenimento in “vita” della Fondazione Tommaso Campanella, per lo meno sino alla dismissione del più volte richiamato Piano di rientro. Solo allora le forza sociali potranno rivedere la loro posizione circa l’eventualità di mantenere in piedi la Fondazione nell’auspicio di divenire IRCCS o dismesso tale obiettivo decidere di intraprendere tutte le iniziative volte ad un funzionale accorpamento con l’A.O.M.D .
Si prende atto che il tentativo di conciliazione chiesto non può trovare positivo riscontro, non per una contrapposizione fra le parti, ma per l’effettiva attuale indisponibilità economica in cui versa l’Ente
Pertanto, alla luce di quanto sin qui esposto, preoccupati per la situazione economica dei dipendenti, ma soprattutto consapevoli che l’attuale criticità della Fondazione pone a rischio la salute dei pazienti, si chiede con immediatezza un tavolo di confronto con i due soci fondatori: Università e Regione Calabria ed un immediato incontro con Sua Eccellenza il Prefetto di Catanzaro alla presenza del management della Fondazione”.