Piano casa Calabria: PdCi, bocciatura atto dovuto
“Certo che ci vuole mestiere e capacità per collezionare il ragguardevole primato di 14 bocciature di leggi nell’arco di meno di due anni. E’ questo il primato di cui il Presidente Scopelliti, insieme alla sua Giunta e alla sua maggioranza di centrodestra non hanno di che vantarsi. Ed occorre ricordare che queste bocciature con relative impugnative alla Corte Costituzionale sono state fatte prima dal governo Berlusconi e poi dal governo Monti. L’ultima bocciatura in ordine di tempo è certamente quella più grave perché riguarda il cosiddetto Piano Casa 2 della Regione Calabria che, modificando il precedente Piano Casa 1 (legge regionale n. 21/2010), apriva la strada ad un saccheggio senza precedenti del territorio calabrese. Una legge davvero scandalosa frutto della protervia e dell’arroganza senza limiti di una destra becera e rozza che pensa di poter disporre a piacimento delle risorse della regione per promuovere gli interessi più loschi all’insegna del disprezzo dei valori del paesaggio e del territorio.- È quanto si legge in una nota del Segretario Regionale Del Pdci, Michelangelo Tripodi - In una regione che è stata già duramente provata nei decenni passati dalle azioni più dissennate di devastazione ambientale e speculazione edilizia, sarebbe stato intollerabile consentire una nuova colata di cemento.
Eppure - si legge ancora - se non fosse arrivata la bocciatura del governo Monti oggi saremmo a questo punto a causa delle politiche e delle scelte sciagurate che la destra sta portando avanti alla regione sulla testa e al di sopra degli interessi della Calabria e dei bisogni dei calabresi. Questa destra calabrese, così come quella nazionale, è la destra che sta portando la regione sul binario morto del disastro e del fallimento politico ed amministrativo. E’ la destra dei condoni e degli abusi, come quello, gravissimo, che si voleva attuare con il cosiddetto Piano Casa 2 che prevedeva addirittura la possibilità di condonare gli abusi edilizi realizzati in aree sottoposte a vincolo paesaggistico. E non è certo un caso se dopo due anni di governo Scopelliti tutti gli strumenti di pianificazione e di governo del territorio sono stati totalmente bloccati, a partire dal Quadro Territoriale Regionale Paesaggistico che, appena insediata, la giunta Scopelliti ha provveduto a sospendere ed a ritirare dal Consiglio Regionale dove era in procinto di essere approvato. Ricordo che il QTRP è stato uno dei più grandi risultati della passata legislatura quando l’Assessorato all’urbanistica era retto dal sottoscritto: un grande lavoro che purtroppo rischia di essere vanificato dal dilettantismo, dall’incompetenza e dalla mancanza di volontà politica dell’attuale gestione politica e amministrativa.
Noi lo sapevamo già, ma dopo due anni anche i calabresi hanno cominciato a conoscere qual è la vera natura di questa destra che governa la regione e quali sono i suoi reali obiettivi. Costoro non vogliono né regole né pianificazione e, quindi, bloccano e svuotano tutti gli strumenti come il Quadro Territoriale Regionale Paesaggistico che potrebbe rappresentare un serio ostacolo al dispiegarsi di un disegno che considera il territorio ed il paesaggio non come risorse da tutelare e valorizzare ma come elementi utili per realizzare gli interessi della rendita, del cemento selvaggio e degli intrecci politico-affaristico-mafiosi. Tutto il contrario di quello che oggi serve alla Calabria e che rappresenta un’esigenza ormai insopprimibile. Il futuro di questa terra è legato fortemente alla tutela ed alla valorizzazione delle sue risorse naturali, del suo patrimonio storico ed archeologico, del suo territorio e del suo paesaggio. Ma per fare ciò ci vogliono più regole e meno condoni, più pianificazione regionale e locale e meno abusi, meno consumo del suolo e più contrasto alla speculazione, meno mattoni e più recupero e riqualificazione, più interventi e investimenti per la prevenzione dei rischi e meno deregulation. Insomma tutto quello che non sta facendo Scopelliti.
Questa è la strada che occorre perseguire per guardare con fiducia al futuro di un territorio che richiede più cura e più attenzione vista la sua fragilità e precarietà e che non può essere continuamente sottoposto alle più selvagge e devastanti azioni criminali che lo feriscono in maniera irreversibile. A chi oggi in Calabria si fa portatore delle iniziative di saccheggio e di devastazione del territorio vogliamo ricordare una vecchia frase indiana “La Terra non è un’eredità ricevuta dai nostri padri, ma un prestito dei nostri figli” che ci impone di rispettare ambiente e territorio non tanto per noi ma soprattutto per quelli che verranno dopo di noi”.