Psr, Coldiretti Calabria: accesso al credito priorità

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Con il completamento e l’approvazione delle ultime graduatorie del Piano di Sviluppo Rurale (PSR) 2007-13 – riferite alla misura 121 “Ammodernamento delle aziende agricole”, comprensiva della pubblicazione dell’ultimo bando, si giungerà a circa 1200 aziende beneficiarie che equivalgono al 43% dell’obiettivo programmato, con questo è stato messo a segno dal Dipartimento Regionale Agricoltura un decisivo ed importante “match point”. Con la misura 123 “Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli” di cui hanno beneficiato 120 imprese, si è data una prima risposta per la valorizzazione del vero “made in Calabria”. L’agricoltura sta realizzando 342milioni di euro di investimenti, di cui 42 milioni da giovani insediati per la prima volta, e rimangono da programmare, circa 78milioni di euro di sola parte pubblica. “Diamo atto che è stato un percorso irto di ostacoli, - commenta il presidente della Coldiretti Calabria Pietro Molinaro – riconosciamo che seppur con un fisiologico ritardo e le connesse incertezze, si è raggiunto un buon traguardo. Ora i tecnicismi riferiti al PSR, sono più maturi e questo significa che nel prossimo futuro devono essere una leva competitiva utilizzabile a pieno regime e con maggiori certezze”. Ora, non ci devono essere intoppi e ostacoli di varia natura, per non vanificare il percorso di investimento delle imprese e pertanto la vigilanza, l’attenzione e la responsabilità devono essere massime.

“La strada quindi è tracciata – conferma Molinaro – e siccome alle imprese interessa “il fare” adesso più che mai occorre coraggio tenendo la barra dritta, perché l’agricoltura ha dimostrato che ci sono idee e progetti nuovi e la volontà di realizzarli”. Capacità, lungimiranza e programmazione è quello che ora serve nella “fase due” – rilancia Molinaro – perché la “nostra Calabria” possa consolidare il salto di qualità, che è alla nostra portata, rafforzando la distintività del made in Calabria e il protagonismo delle imprese che nel nostro paese stanno realizzando la vera filiera agricola italiana. Da “domani” quindi - continua – occorre sancire un metodo: emettere bandi monotematici, che prevedono interventi finalizzati, oserei dire chirurgici, per dare risposte alle filiere. La Coldiretti Calabria propone subito almeno quattro priorità. La vendita diretta che è già in fase avanzata con la rete Campagna Amica, la più estesa rete europea che nel giro di pochi anni ha fatto un balzo dal 4% ad oltre il 15 %. In questo la nostra regione, non è seconda a nessuno, se si pensa che ad oggi, sono oltre 190 le imprese che effettuano la vendita diretta e il loro numero è destinato a crescere: dopotutto questa è la novità che innalza il reddito dei produttori agricoli. Un “bando da espletare con il bisturi” è sicuramente quello sulla zootecnia con i servizi di supporto da parte del sistema allevatori. Ulteriori precedenze vanno rivolte all’agrumicoltura da industria per le evidenti ragioni economiche e sociali: è una filiera che va sostenuta rafforzando le politiche in atto in particolare nella piana di Rosarno-Gioia Tauro; ed ancora continuare l’ammodernamento della rete irrigua che è essenziale per una agricoltura di qualità.

“A fronte di investimenti fatti dalle imprese, che – chiarisce - cofinanziano al 50% e anticipano l’IVA, vi è l’urgenza dell’accesso al credito, un nodo che va assolutamente sciolto, altrimenti, si corre il rischio della precarietà delle imprese, invece l’esigenza è di renderle più solide”. In presenza della difficoltà delle banche a prestare soldi è fondamentale che il Dipartimento Regionale agricoltura, acceleri in efficienza e tempistica l’accesso al credito attraverso il Fondo di Garanzia presso Finanziaria regionale Fincalabra oltre un rapporto proficuo con Ismea. A corollario di tutto vi è l’importante tema della semplificazione gestionale, senza allentare i controlli e la trasparenza, che non devono trasformarsi però in un nuovo requisito burocratico. I collaudi e le liquidazioni vanno semplificati riducendo i passaggi e accelerando la tempistica al fine di evitare appesantimenti per le imprese. Queste – conclude Molinaro – sono le valutazioni e le allocazioni che riteniamo vadano scritte come priorità nella “fase due” a presa rapida del Piano di Sviluppo Rurale 2007-13.