Finanziamento Pubblico ai Partiti: Verdi Ecologisti, occorrr più trasparenza
“Nel nostro Paese mai un provvedimento s’assume a scopo preventivo,semmai per giustificare gli Eventi,ma sempre dopo aver registrato l’accaduto che coincide con un qualcosa di scandaloso e d’ingiustificabile per la pubblica opinione. E’ il caso dei rimborsi elettorali elargiti, in base ai voti presi, a ogni singolo Partito”. - Così esordiscono i Commissari della Federazione regionale dei Verdi Ecologisti e Civici della Calabria, Mario Giordano (Consigliere Provinciale Cosenza) e Aurelio Morrone (Componente dell’Ufficio di Presidenza della Federazione nazionale dei Verdi) – riguardo al finanziamento pubblico ai Partiti, di cui si sta parlando insistentemente in questi giorni.“Un meccanismo, questo dei rimborsi elettorali - rilevano Giordano e Morrone - notevolmente contorto, che ha fatto si che i soldi pubblici erogati sono stati enormemente più alti rispetto alle spese effettivamente sostenute.
I ‘Casi Margherita e Lega’ (e siamo all’attualità della Questione), indicano che i finanziamenti non sono serviti a sostenere la politica, nella sua alta concezione, ma sono stati utilizzati per tutt’altro,in molti casi per scopi prettamente personali. Ecco perché al più presto va individuato un adeguato rimedio. Ma non vorremmo che,sotto la pressione mediatica, si finisca per trovare un rimedio peggiore del male. Abolire i finanziamenti pubblici,infatti,potrebbe rilevarsi un freno alla nascita di Movimenti politici che, pur possedendo buone idee, non dispongono di risorse necessarie per affrontare una tornata elettorale. Questo - a giudizio dei Commissari regionali dei Verdi - provocherebbe una distorsione della democrazia e favorirebbe solo le forze politiche che possiedono ingenti risorse. Il rimedio potrebbe essere facilmente individuato, mettendo in primo piano la trasparenza dei partiti,la democrazia interna e la regola della certificazione dei bilanci, attraverso organismi terzi.
Infatti, oggi, anche le campagne elettorali ‘minori’ generano ingenti spese per la propaganda, alimentando un perverso circolo vizioso. Questo -a nostro giudizio, affermano Giordano e Morrone - è un problema grave, di democrazia, al quale va data adeguata risposta. Quindi, un conto è il sostentamento dei partiti con fondi pubblici, che potrebbero reggersi tranquillamente con le sottoscrizioni e le quote degli eletti, un conto è,invece, il finanziamento per la partecipazione alle campagne elettorali. Dato che nessun partito spende quanto effettivamente riceve dai rimborsi – ammettono Giordano e Morrone-, basterebbe, sia per le elezioni parlamentari sia per quelle regionali (giacché anche per queste esiste il rimborso) stabilire una cifra complessiva, ridotta di 10 volte rispetto a quella attuale, da mettere a disposizione per le formazioni politiche in corsa per le elezione.
Al termine delle competizioni a ogni formazione verrebbe rimborsata la quota effettivamente spesa. Questo sistema, crediamo semplice, da un lato, elimina la gestione spregiudicata dei finanziamenti pubblici, e dall’altro consentirebbe,anche a chi non ha possibilità finanziarie,di ottenere il maggior consenso e quindi a governare, non in funzione delle risorse finanziarie, ma in funzione delle idee. Adottando questo sistema semplice – concludono Mario Giordano e Aurelio Morrone - non c’è necessità che le forze politiche maggiori si affannino a trovare rimedi a un problema che in gran parte hanno prodotto loro stesse;anzi che hanno reso più spudorato dato che la torta da 500 milioni di euro di rimborsi elettorali, con l’ultima riforma che ha introdotto lo sbarramento, ha anche stabilito che le forze politiche al disotto della soglia, pur spendendo i soldi per la campagna elettorale, non ottenessero i rimborsi, come dire: “se i pezzi della torta sono di meno, ogni pezzo sarà più grande”!