Inaugurazione “Bottega della legalità”, il plauso di Pacenza

Calabria Attualità
Salvatore Pacenza

“A circa tre anni dalla sua tragica ed inaccettabile scomparsa, il piccolo Domenico Grabiele è diventato il simbolo di quella stragrande maggioranza dei cittadini calabresi che hanno scelto di affrancarsi dalla ‘ndrangheta, intraprendendo un percorso di legalità ed emancipazione”. Il segretario della Commissione regionale contro il fenomeno della mafia, Salvatore Pacenza (Pdl), plaude all’intitolazione della “Bottega della legalità” aperta all’interno del Consiglio regionale in memoria del piccolo Domenico Gabriele, il bambino di Crotone spirato a nemmeno 11 anni per le ferite riportate durante la sparatoria consumata sui campetti di calcetto di Margherita nel giugno del 2009.

“Grazie anche al contributo di Libera – prosegue il segretario della Commissione regionale contro il fenomeno della mafia – l’assemblea di palazzo Campanella metterà in vetrina la Calabria che rinasce, quella che sa reagire ad un nemico atavico e radicato qual è storicamente la ‘ndrangheta per questa terra. In questo spazio aperto nella sede del Consiglio regionale che si trova a pochi passi dalla sala intitolata a Nicholas Green (altro minore innocente vittima della barbarie criminale calabrese); saranno pubblicizzati e commercializzati i prodotti delle cooperative sociali che hanno coltivato i terreni confiscati alla ‘ndrangheta. È questo il cosiddetto raccolto della legalità che merita una vetrina all’interno della massima assemblea elettiva regionale. In questo percorso di responsabilità e coraggio che va delineandosi in Calabria, va inoltre dato atto dell’impegno e dell’esempio espressi in questi tre anni dai genitori del piccolo Dodò, Giovanni Gabriele e Francesca Anastasio. Sin da subito, proprio mentre il loro lutto andava ancora elaborandosi, i due coniugi hanno infatti deciso di prestare il fianco alle iniziativa di Libera, presenziando numerose manifestazioni antimafia. Giovanni e Francesca, senza tentennamenti e con la ferita ancora aperta, hanno voluto testimoniare all’opinione pubblica l’assurdità e il dolore ingiustificato per la morte di un innocente, colto in tenera età proprio nel momento del gioco. A loro va dato atto di aver girato l’Italia per risvegliare le coscienze non solo dei criminali, ma anche della gente comune. Hanno creduto nella possibilità di far scegliere la via dell’affrancamento dalla criminalità organizzata ad ogni strato della nostra società, alimentando in essa la speranza di costruire un futuro migliore in cui queste tragedie non dovranno mai più ripetersi”.