1 maggio: Rende, rilanciare nuovo equilibrio fra stato e mercato
“La querelle sull’apertura o meno dei negozi il 1° maggio, dopo quella sul 25 aprile, apre una ferita nella coesione del corpo sociale che rimette in discussione il primato del lavoro sul capitale e prospetta una illusoria soluzione della crisi dei consumi che sarebbe controproducente per tutti gli italiani. - ha detto Bianca Rende (coordinatrice regionale della federazione tra MPA e AD) - La Calabria, già regione più povera d’Italia per reddito pro capite, necessita, oggi più che mai, di un piano di rilancio della sua economia che, soprattutto, ridia fiato all’occupazione dei giovani, sempre più sfiduciati, prevedendo nuovi investimenti finalizzati all’allargamento della base produttiva e occupazionale nonché di efficaci misure di protezione dalle fasce di popolazione più marginali.
Perché questo piano sia possibile e non solo auspicabile, - ha proseguito la Rende - la politica economica europea dovrebbe proporsi di superare il semplice patto di bilancio e di stabilità e rilanciare un nuovo equilibrio fra stato e mercato. Solo a questa condizione si potrà affrontare la tragedia tutta giovanile del “lavoro che non c’è” nel Mezzogiorno, dove celebrare il 1° maggio più che una festa è un atto di fede nel primo articolo della Costituzione. Occorre battersi allora perché i redditi e i consumi interni possano aumentare e perché il tema del lavoro a tutti non rimanga fuori dalle trattative europee, com’è purtroppo avvenuto sulla riforma del mercato del lavoro tra partiti generalisti, e che una minima parte dei fondi strutturali europei – bastano 3-5 miliardi sui 335 ancora disponibili, secondo l’economista Tito Boeri - per le regioni meridionali sia riservato al reddito d’inserimento produttivo per giovani inoccupati di famiglie povere che vivono nelle periferie e nelle zone a rischio di reclutamento criminale e che non rifiutino proposte di inserimento nella vita attiva”.