Politica: Rende (MpA-Ad) sull’arrivo di Bersani in Calabria
“Si può avere l’impressione che Bersani attracchi in Calabria più per l’esigenza di suscitare un po’ di patriottismo di partito e per fronteggiare la marea Grillina a quella pro-Renzi, che non per rilanciare l’infelice e soporifera Mozione parlamentare che si sta tentando di ridurre a ricomposizione sotto la regia del Ministro Barca o per metter in discussione l’agenda Monti che, salvo auspicabili correttivi di natura equitativa, sa bene di non poter cambiare. – Lo scrive in una nota Biancamaria Rende, Coordinatrice regionale Federazione MpA-Ad Calabria - Fermo restando il merito di una discussione sul Mezzogiorno e nel Mezzogiorno, che finalmente accorcia la distanza di un centralismo romano cui ci si sta tristemente abituando, il quadro oggi è quello di un’inadeguatezza politica dell’Unione Europea di fronte alle prospettive aperte dalle “primavere arabe” che possono invece essere la carta vincente per un nuovo Mediterraneo, condizione imprescindibile per il cambiamento della storica e asfittica questione meridionale.
Come Bersani sa, l’UE dovrà sempre scegliere o mediare tra il Baltico, la Cina e il Mediterraneo, perciò non ci farà il torto di venire a riproporci l’allarme del Rapporto Svimez sugli effetti della crisi a nord e a sud, né sui 400 anni di tempo occorrenti per recuperare lo svantaggio. La stessa Svimez, del resto, formula delle proposte: una “diversa considerazione della spesa per investimenti nel patto di stabilità europeo”, la crescita dimensionale in rete delle imprese meridionali, un più efficace coordinamento tra stato e regioni sui grandi investimenti per l’innovazione e lo sviluppo, un’agenzia nazionale sul modello francese per le riqualificazioni urbane delle zone a rischio criminalità, distrettualizzazione e filiere di valore nelle aree meridionali di sviluppo interrotto, come la Calabria, o di marginalità, come Cosenza, maggiori livelli di istruzione e formazione per i giovani e le donne under 35, hub per l’energia mediterranea, industria culturale non profit e turismo, ecc…
Ma un grande leader e un punto di riferimento come Bersani non viene più o solo per questo. Dopo lo scandalo della Regione Lazio e del regionalismo all’italiana, la sua missione è rivolta ormai a tamponare il fiume di fango e qualunquismo che si sta scaricando sulla prossima competizione elettorale dove, per molti benpensanti, la scelta sembra ridursi tra Grillo e il non voto. Bersani ha l’occasione, per superare Matteo Renzi nella più seria capacità rottamatoria di vecchi schemi, come la fidelizzazione a danno del merito e del genere, di dare impulso a un rinnovamento di principi e metodi: limitazione dei mandati elettivi, trasparenza nella gestione dei partiti, efficace controllo del finanziamento pubblico, davvero nuova legge elettorale.
Auguriamo seriamente a lui e ad altri leader superstiti di fare bene e presto, perché “Annibale è alle porte” ma la paura, soverchiata dalla rabbia, non premia più”."