Operazione “Tutto e subito”: i nomi degli arrestati
Uno solo dei 13 destinatari di ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Palmi nell'ambito dell'operazione "Tutto e subito", è sfuggito alla cattura, ed è attivamente ricercato. Si tratta di Davide Bevilacqua, 24enne nato a Siderno. Tutti gli altri, per lo più residenti a Marina di Gioiosa Jonica, sono stati tratti in arresto, 9 dai Carabinieri e 3 dalla Polizia di Stato. Gli arrestati sono Cosimo Bevilacqua, 44enne nato a Melito Porto Salvo; Luigi Bevilacqua, 35enne nato a Siderno; Mimmo Bevilacqua, 31enne nato a Siderno; Maurizio Bevilacqua, 28enne nato a Siderno; Marco Bevilacqua, 30enne nato a Siderno; Antonio Amato, 30enne nato a Locri; Renato Fantò, 28enne nato a Siderno; Sabrina Mesoraca, 22enne nata a Locri; Francesco Carabetta, 32enne nato a Torino; Massimo Bevilacqua, 38enne nato a Locri; Francesco Bevilacqua, 21enne nato a Reggio Calabria; Cosimo Bevilacqua, 49enne nato a Marina di Gioiosa Jonica.
Utilizzavano un noto sito web, completamente estraneo alla vicenda, per mettere le mani sugli oggetti messi in vendita dagli ignari utenti. Una volta scelto il prodotto, per lo più piccoli escavatori, piccole ruspe, e altri oggetti mobili, concordavano l'incontro con il venditore a Rosarno, dove pagavano "tutto e subito" (da qui il nome con cui è stata battezzata l'operazione) con assegno circolare. L'assegno, sulla cui solvibilità facevano affidamento i venditori, era sempre lo stesso documento falso, così come falsi erano i documenti di identità con i quali si presentavano quali rispettabili acquirenti. Questo è il sistema svelato dalle indagini dei Carabinieri e della Polizia di Stato, che stamane congiuntamente hanno eseguito 12 delle 13 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip di Palmi nei confronti di altrettanti soggetti, di etnia rom, accusati di far parte di un'associazione per delinquere finalizzata alla truffa. Quattordici gli episodi contestati alla banda, ma gli inquirenti ritengono che il numero dei truffati possa essere superiore. Non è chiaro invece chi fornisse alla banda i documenti falsificati, in particolare nelle truffe perpetrate dalla banda circolavano le false copie sempre degli stessi pochi assegni circolari.