La piazza vuota di scena al teatro apollo di Crotone
Il liceo scientifico Filolao di Crotone in collaborazione con il Teatro Stabile di Calabria diretto da Geppy Gleijeses presenta “La piazza vuota” liberamente ispirato al dramma “Vita di Galileo” di Bertold Brecht. Saggio/spettacolo conclusivo del progetto “parole dietro il sipario”, c1 fse 2011 – 335, pon scuola 2007–2013.Conduzione laboratorio e regia Giuseppe Cucco Docente tutor prof.ssa Gabriella Latini.
Interpreti: Maria Giovanna Adamo, Pierdavide Borelli, Francesco Cannatelli, Daniele Casciaro, Oscar Gagliardi, Alberto Leonardi, Mauro Mancuso, Elisa Mirabelli, Maria Letizia Noce, Noemi Olivo, Valeria Pedace, Domenico Scicchitano, Davide Tallarico
Musiche: Giandomenico Scicchitano (violino), Giovanni Vulcano (tromba), Mauro Mancuso (chitarra)
La piazza vuota, ispirato al dramma di Bertold Brecht “Vita di Galileo”, è lo spettacolo conclusivo del laboratorio teatrale condotto da Giuseppe Cucco, che il Teatro Stabile di Calabria diretto da Geppy Gleijeses, in collaborazione con il Liceo scientifico FILOLAO di Crotone, porta in scena il prossimo 17 maggio.
“Vita di Galileo”, frutto di diverse stesure nate dalle vicende personali e politiche di Brecht, nasce negli anni che precedono immediatamente la Seconda Guerra mondiale e si conclude all’indomani dell’ecatombe di Hiroshima e Nagasaki. E’ la drammatizzazione della carriera del grande scienziato toscano, che con le sue rivoluzionarie intuizioni rischia di mettere a repentaglio gli equilibri teologici e sociali del suo tempo e che si piega alla ritrattazione per timore della tortura e per mancanza di vocazione eroica; ma è soprattutto la metafora dello scienziato moderno, dell’intellettuale perseguitato dall’inesorabile binomio scienza-fanatismo.
Il dramma brechtiano “Vita di Galileo” si presenta di una sconcertante attualità ed è stato per gli studenti del Liceo scientifico strumento utile per interpretare le ombre e le contraddizioni del nostro Novecento. La piazza vuota, luogo-simbolo dell’intimidazione politica sull’esercizio libero del pensiero e della parola, interseca e dispone sullo stesso piano l’esperienza di Galileo e quella, non diversa, dello scrittore tedesco, perseguitato dal regime nazista per le sue idee politiche e costretto, come tanti intellettuali dell’epoca, a riparare negli Stati Uniti.
E’ un canto a due voci, attraverso cui gli allievi del “Filolao” di Crotone, diretti da Giuseppe Cucco – esperto di teatro dello Stabile di Calabria, hanno inteso portare sotto il fascio dei riflettori il dramma dell’homo technologicus, la cui coscienza rimane sospesa, un tempo come oggi, tra libertà di ricerca e consapevolezza dei rischi sotto qualsiasi regime politico–economico, quello totalitario come anche quello delle cosiddette “democrazie moderne”.