Libri: a Santa Maria del Cedro si presenta Terra e Casa
Le Associazioni di promozione socio-culturale Calabria Citra, diretta da Maria Caterina Fazio e Centro D’Arte e Cultura26, diretto dall’antropologa Maria Zanoni, organizzano per sabato 26 maggio 2012 alle ore 18.00 presso il suggestivo Palazzo Marino - Carcere Impresa di Santa Maria del Cedro la presentazione del volume “Terra e Casa, Vocabolario Etnofotografico della civiltà rurale di Calabria” (edito da Arte26) di Claudia Rende e Maria Zanoni. L’incontro è inserito nell’ambito della Seconda edizione del Festival del Dialetto e Lingue minoritarie di Calabria patrocinato dal Ministero Beni Culturali – Soprintendenza BSAE della Calabria, dalla Regione Calabria, dalla Provincia di Cosenza e dal Parco Nazionale del Pollino. La promozione e tutela del Dialetto di Calabria, come bene culturale prezioso, da strappare all’estinzione, è infatti il comune intento di Calabria Citra e Arte26 che, d’intesa con gli Enti istituzionali, lavorano alla realizzazione di una rete di Associazioni per la conoscenza e la valorizzazione del dialetto e delle lingue minoritarie regionali, come modelli definiti nel processo etno-antropologico dei territori. La presentazione del volume, alla presenza delle autrici, dopo i saluti del sindaco di Santa Maria del Cedro, prof. Giuseppe Aulicino, sarà curata da Maria Caterina Fazio, dal prof. Enrico Esposito e da Giulia Fresca, giornalista e scrittrice che modererà l’incontro.
Il volume offre spunti di discussione sulla necessità di un piano di rinnovamento e di rafforzamento della politica rurale. Nel Vocabolario italiano-dialetto-arbereshe-grecanico-occitano sono presentati oggetti e nomi di una società agro-pastorale che fino a poco tempo fa veniva rifiutata, come simbolo della faccia negativa della condizione socio economica dei tempi di miseria. Ma utensili e parole hanno scandito i tempi dell’evoluzione che gradualmente ha condotto un’antica civiltà fino ai nostri giorni. Oggi, i dialetti, sono patrimonio da rivalutare e da conoscere, per affrontare il futuro. Nelle pagine le immagini dei paesi abbandonati di Calabria, degli arnesi della civiltà contadina in disuso raccontano storia, insieme ai prodotti tipici, in quanto prodotti della cultura di una società, e ci trasmettono la speranza di una possibile rinascita della regione, invitando a guardare con “occhi nuovi” il territorio, per poter cogliere segni e messaggi dell’identità di chi lo popola e lo vive. Un futuro che si costruisce sul passato e si rende intellegibile solo attraverso la comprensione delle radici di cui è frutto.