Inquinamento ambientale a Bagaladi, una denuncia
A seguito dei servizi operativi disposti dal Comando Provinciale del Corpo Forestale dello Stato di Reggio Calabria si è notevolmente accentuato il contrasto ai reati ambientali ed alle frodi nel settore agroalimentare. Specificatamente, in questo periodo come è stata già data notizia per recenti operazioni similari nel settore agrumicolo, viene prestata maggiore attenzione alle fasi di trasformazione delle olive e al relativo smaltimento dei residui di lavorazione con l’intensificazione dei controlli negli oleifici e frantoi dislocati su tutto il territorio provinciale. Durante il consueto controllo del territorio di competenza, il personale in servizio del Comando Stazione di Bagaladi, percorrendo la strada provinciale che collega il comune di Melito Porto Salvo all’entroterra aspromontano, notava che in un tratto del Torrente Tuccio, in località “Folee” in agro del comune di San Lorenzo, le acque risultavano di colore scuro ed emanavano un forte olezzo percepibile a notevole distanza.
Risalendo, quindi, il Torrente alla ricerca della fonte di inquinamento, il Reparto giungeva in località “Giardini Grandi” nel comune di Bagaladi, notando che, il cambiamento cromatico delle acque, avveniva in prossimità di un opificio oleario risultato successivamente di proprietà di tale M.M. di anni 42, già conosciuto dalle forze dell’ordine per reati sempre di natura ambientale. Recatisi all’interno dell’azienda, la pattuglia verificava immediatamente il sistema di scarico delle acque provenienti dal ciclo produttivo dell’opificio, costituito da una condotta sotterranea che riversava i reflui industriali composti dalle acque di vegetazione e dalle acque di lavaggio delle olive all’interno di una cisterna zincata ormai satura e il cui contenuto tracimava vistosamente creando cospicui rigagnoli che si riversavano all’interno dell’alveo del Torrente Tuccio. M.M. dichiarava spontaneamente che tali acque sarebbero state prelevate per essere impiegate nell’utilizzazione agronomica sui propri terreni. Pertanto all’indagato veniva richiesta la necessaria documentazione per l’esercizio di tale attività, scoprendo che lo stesso non la possedeva.
Pertanto M.M. è stato denunciato, in stato di libertà, con contestazioni riguardanti i reati di smaltimento illecito di rifiuti liquidi industriali senza il necessario trattamento e la relativa documentazione nonché il reato di alterazione paesaggistico ambientale del corso d’acqua e deturpazione di bellezze naturali. L’opificio oleario e le infrastrutture esterne ad esso annesse venivano sottoposte a sequestro penale preventivo e messi a disposizione della competente Autorità Giudiziaria. In considerazione dei riscontri eseguiti, lo stesso M.M. ha già richiesto ed ottenuto il patteggiamento della pena. Continuano assidui i controlli del Corpo Forestale dello Stato come disposto dal Comando Provinciale di Reggio Calabria, finalizzati alla prevenzione generale ed ai reati in materia ambientale.