Coldiretti, agrumicoltura da industria sotto schiaffo delle multinazionali dell’aranciata
“Tutti sotto schiaffo delle multinazionali dell’aranciata. Come birilli adesso a fare le spese della catena di sfruttamento nella filiera agrumicola da industria della Piana di Rosarno-Gioia Tauro sono alcune industrie di spremitura e drammaticamente si continua ad assistere ad una non equa redistribuzione del valore all’interno della filiera agrumicola”. Cosi Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria, rilancia in modo forte e con nuovi risvolti, la vicenda dell’agrumicoltura da industria che -prosegue - “ha riflessi fortemente negativi per condizioni di lavoro, produzione, e da ultimo sta creando diversi problemi alle imprese di trasformazione che in carenza di commesse e con prezzi imposti “dai giganti delle bibite” e quindi con poco o nessun reddito non hanno la possibilità di ottemperare agli opportuni investimenti in termini di sicurezza e rispetto delle normative ambientali di riferimento. Anche esse, sono costrette a soggiacere ad una logica mercantilistica portata avanti dalle multinazionali dell’aranciata. Il lavoro che non c’è e continua drammaticamente a non esserci con le arance a terra o sottopagate – continua – che portano di fatto l’intera filiera alla fame: una sorta di annientamento che però non è indolore”.
I recenti episodi di accertamenti e le prescrizioni e sanzioni comminate, ad alcune industrie di spremitura, sono avvisaglie di un malessere che tocca pure loro, e sono il segno eloquente di “fili invisibili che ti stritolano piano piano” e che vedono tra le altre la Coca-Cola spa ancora una volta perseguire senza alcuno scrupolo, interessi che vanno contro lo sviluppo sostenibile e auto propulsivo del territorio che comunque come Coldiretti abbiamo ampiamente documentato e che si badi bene – rivendica - continueremo a portare avanti. Coca-Cola spa continua ad essere un convitato di pietra, sottraendosi all’invito di coldiretti di mettere a confronto in trasparenza i dati produttivi ed economici, che continuano inequivocabilmente a dire e a confermare che un litro di aranciata costa 1,3 euro, ha solo il 12 per cento di succo di agrumi e contiene solo 3 centesimi di frutta. Ci appelliamo ai nostri deputati e senatori affinché facciano in modo di accelerare la modifica di una Legge di 50anni fa che regola la percentuale di succo all’interno delle bibite(solo il 12%) sarebbe un primo segnale democratico e di trasparenza nei confronti di chi vuole continuare imperterrito a non rispettare le legittime aspirazioni di chi ha l’unico obiettivo di poter lavorare.