Spezzano Albanese: grande successo per lo “Statuto dei Lavoratori”
Una importante partecipazione di pubblico ha confermato il successo dell'appuntamento sullo Statuto dei Lavoratori, firmato dall'Associazione Culturale MeEduSA e dal Circolo “La Svolta”. L'evento, tenutosi venerdì 25 maggio nella sala consiliare del comune di Spezzano Albanese, ha fatto il punto sull'attualità dell'importante documento oggi alla base della identificazione della figura del lavoratore. “La Statuto dei Lavoratori è ancora attuale? -Riflessioni su una eventuale riforma-” è stato il tema su cui si è indagato e da cui è emersa la significativa attualità di quella che risponde alla Legge n.300 del 20 maggio 1970. Dopo 42 anni, dunque, i relatori convengono su un punto saldo, ossia i fondamenti su cui si basa lo Statuto e, soprattutto, la storia che ha portato alla sua costituzione. I lavori, coordinati dal giornalista e presidente MeEduSA Emanuele Armentano, sono stati aperti dai saluti del sindaco Giovanni Cucci il quale ha disegnato i contorni della situazione economica lavorativa del territorio. Ha puntato il dito contro quelle riforme che influiscono negativamente sul ruolo dei lavoratori e acceso le attenzioni sull'attuale stato dei disoccupati: «Una nuova categoria di senza lavoro -ha detto- composta da ultra cinquantenni che risultano essere troppo giovani per andare in pensione e troppo vecchi per lavorare». E se la crisi economica è un fatto concreto su tutto il territorio, per Cucci una prima soluzione al problema potrebbe arrivare dal “mutuo soccorso” fra i cittadini. Ad introdurre i lavori è stato il coordinatore de “La Svolta”, Alcide Simonetti, che ha tracciato il percorso storico del Documento in esame, evidenziando le caratteristiche messe più in discussione quali l'Articolo 18. Diverse poi le provocazioni finalizzate ad alimentare il dibattito, come il parallelismo fra crisi economica e la messa in discussione dello Statuto che, ha sottolineato, “rappresenta un momento di progresso e di emancipazione sociale”. A fare il punto sulla questione è il Segretario CGIL del Pollino, Sibaritide, Tirreno, Angelo Sposato, il quale ricorda come il fattore crisi sia nato in America diversi anni fa. “Mentre negli Usa hanno superato il periodo difficile puntando sul lavoro e sulla crescita della produttività, in Italia siamo rimasti fermi al palo, grazia anche alle scelte dei governi”. Fondamentale per Sposato “l'investimento sul Mezzogiorno” ma guai a rimettere in discussione lo Statuto dei lavoratori: “sarebbe come rinnegare i nostri padri”. Piuttosto, ha spiegato, il problema vero «non sono i lavoratori ma la mancanza del lavoro”. E se i “prenditori” hanno creato un grosso danno “facendo sparire finanziamenti pubblici”, oggi il suo appello è volto alle imprese che sono chiamate alla “responsabilità”. “Parlare di tutela del lavoro dove lavoro non ce n'è -ha aggiunto- diventa complicato. Piuttosto bisogna investire su tecnologia, giovani, sapere e conoscenze. Ogni giovane che parte dalla Calabria per la mancanza di lavoro è una sconfitta”. E' l'assessore provinciale al Mondo del Lavoro e alla Formazione Professionale Giuseppe Giudicenadrea a chiamare in causa un “limite” dell'applicazione dello Statuto che vale per aziende con particolari conformazioni numeriche. "Bisogna estendere lo statuto -ha detto- anche alle realtà lavorative con meno di 15 impiegati”. Per il giovane assessore la mancata crescita “non è ascrivibile all'art. 18”, ma è determinata da un'errata politica economica, che tende solamente al pareggio del bilancio. In tal senso Giudiceandrea sostiene che “sono più efficaci le politiche espansive”, attraverso importanti investimenti nella tecnologia, nelle infrastrutture, ecc. “Bisogna valorizzare la cultura dell'accoglienza -ha detto- che può essere un volano di sviluppo dei piccoli centri”. Conclude, auspicando che la sinistra eviti di essere sempre autolesionista.