Processo “Hydra”. Rito abbreviato, dieci condanne e sei assoluzioni
Dieci persone sono state condannate a pene variabili dai 4 ai 10 anni di reclusione ed altre sei sono state assolte nel processo con rito abbreviato contro i presunti esponenti della cosca della 'ndrangheta dei Vrenna-Ciampà-Bonaventura di Crotone. La sentenza è stata emessa dal giudice per le udienze preliminari del tribunale di Catanzaro, Tiziana Macrì. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna degli imputati per associazione per delinquere di tipo mafiosa e traffico di droga.
La condanna maggiore, a dieci anni di reclusione, è stata inflitta nei confronti di Giuseppe Passalaqua. I sedici imputati furono coinvolti nell'inchiesta chiamata Hydra compiuta dagli agenti della polizia di Stato nel febbraio del 2011 e che ha riguardato complessivamente 23 persone di cui sedici hanno scelto il processo con rito abbreviato mentre per gli altri è in corso il dibattimento davanti ai giudici del tribunale di Crotone. Nell'inchiesta fu indagato anche l'ex assessore allo sport della Provincia di Crotone, Gianluca Marino, per il quale è in corso il processo con rito ordinario.
IL GUP HA CONDANNATO Domenico Bevilacqua a 6 anni di reclusione, Salvatore Ciampà a 6 anni, Claudio Covelli a 8 anni e 8 mesi anni, Pasquale Crugliano a 4 anni, Agostino Frisenda a 4 anni, Carmelo Iembo a 9 anni, Antonio Manetta a 4 anni, Giuseppe Passalacqua, considerato il capo della criminalità rom locale, a 10 anni, Leonardo Passalacqua a 6 anni, Gaetano Antonio Vrenna a 9 anni.
ASSOLTI: Giuseppe Mesoraca, Francesco Passalacqua, Francesco Pugliese, Armando Aschena, Zani Joues, Massimo Zurlo. Secondo l'impianto accusatorio gli imputati, accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, porto e detenzione di armi, traffico e spaccio di droga, sarebbero stati le nuove leve della cosca, che avrebbero sostituito i vecchi vertici arrestati nelle precedenti operazioni della Dda denominate operazioni "Heracles" e "Perseus".
Erano costituiti parte civile i collaboratori di giustizia che sarebbero stati vittime, assieme ai loro familiari, di pesanti intimidazioni da parte dei componenti del gruppo criminale, la Camera di Commercio ed il Comune di Crotone.