‘Ndrangheta: operazione “Hydra” a Crotone, 26 arresti. I DETTAGLI
Ventisei presunti affiliati alla cosca Vrenna-Ciampà-Bonaventura di Crotone sono stati arrestati dalla polizia. Tra loro figurano anche coloro che stavano progettando un attentato ai danni del pm della Dda di Catanzaro Pierpaolo Bruni. L'operazione rappresenta un seguito di quella condotta il 21 gennaio scorso, denominata Hydra, che portò al fermo di 12 persone. Rimane indagato a piede libero l'ex assessore provinciale di Crotone Gianluca Marino, coinvolto nell'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro per voto di scambio. Il suo nome era uscito nell'operazione 'Hydra' che aveva portato a 12 fermi lo scorso 21 gennaio. Pochi giorni dopo l'amministratore si era dimesso. Non ci sono sostanziali novità sulla sua posizione, riferiscono gli investigatori, nell'operazione che oggi ha portato a 26 arresti e due obblighi di firma. L'accusa nei suoi riguardi è avere avuto l'appoggio della cosca Vrenna alle elezioni provinciali. Quanto invece emerge dall'operazione eseguita questa mattina dalla Polizia di Stato, in base alle indagini coordinate dalla Dda di Catanzaro, è che le famiglie storiche di Crotone Vrenna-Ciampà-Bonaventura, dopo i numerosi arresti subiti con le operazioni 'Eracles' e 'Perseus' hanno deciso di costituire un nuovo cartello criminale, costituito dagli uomini più fidati e fedeli, investendo Antonio Gaetano Vrenna della direzione della nuova associazione malavitosa. È stato inoltre dimostrato come la consorteria abbia basato la fonte dei propri illeciti guadagni prevalentemente su un fiorente traffico di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina, reperiti attraverso canali preferenziali della provincia di Reggio Calabria. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa finalizzata al traffico di stupefacenti, armi e danneggiamenti ai danni di commercianti e familiari di collaboratori di giustizia. Durante l'operazione sono state eseguite numerose perquisizioni domiciliari nel corso delle quali è stato rinvenuto materiale utile al prosieguo delle indagini. Le ordinanze di custodia cautelare riguardano 24 notifiche a soggetti che si trovano già in carcere e due agli arresti domiciliari. Il provvedimento cautelare compendia le risultanze di due anni di intensa attività investigativa svolta dagli uffici, con il ricorso anche ad attività tecniche, telefoniche ed ambientali, oltre agli altri classici strumenti investigativi quali appostamenti, pedinamenti e sequestri. Importanti anche le dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia.
Il progetto di attentato è emerso nel corso dell'inchiesta, denominata Hydra, che già il 21 gennaio scorso portò a 12 fermi. Dalle indagini condotte dalla squadra mobile di Crotone è emerso che affiliati alla cosca Vrenna-Ciampà-Bonaventura hanno pedinato in più occasioni il magistrato nonostante fosse protetto dalla scorta. Agli atti dell'inchiesta c'é anche una frase, emersa dalle intercettazioni, detta da uno degli arrestati poco prima del Natale dello scorso anno: "Adesso facciamo un bel regalo a Pino". Pino è Giuseppe Vrenna, boss della cosca, che proprio in quel periodo ha iniziato a collaborare con la giustizia facendo le prime rivelazioni al pm Bruni. Secondo gli investigatori il "regalo" sarebbe consistito nell'attentato al magistrato.
Secondo quanto emerso dalle intercettazioni di alcuni indagati, tra i quali Antonio Vrenna, ritenuto l'attuale reggente della cosca dopo l'arresto del padre Pino che ha anche iniziato a collaborare con la giustizia, i Vrenna si sarebbero impegnati in occasione delle elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale di Crotone dello scorso anno per sostenere la candidatura di Marino che non fu eletto ma che venne poi nominato assessore. La cosca avrebbe messo in atto brogli elettorali per far votare due volte i rappresentanti di lista a loro vicini.
Alcune delle persone raggiunte questa mattina dal provvedimento cautelare erano già detenute dallo scorso 21 gennaio quando furono sottoposte a fermo emesso dal sostituto procuratore della Dda Pierpaolo Bruni. Complessivamente il giudice delle indagini preliminari di Catanzaro Maria Rosaria Di Girolamo ha emesso 28 ordinanze di custodia cautelare (ma le richieste del pm Bruni erano 30) con le accuse, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, traffico di droga, danneggiamenti, attentati intimidatori ai danni di tre collaboratori di giustizia. Sono 24 gli indagati per i quali il giudice ha disposto la custodia in carcere. Si tratta di Antonio Gaetano Vrenna, 31 anni, Crotone, figlio del boss Pino Vrenna diventato di recente collaboratore di giustizia; Damiano Bevilacqua, 36 anni, Crotone; Domenico Bevilacqua, 43 anni, Crotone; Mario Bruni, 27 anni, Torre Melissa; Domenico Ciampa', 40 anni, Crotone; Francesco Ciampa', 65 anni, Crotone; Franco Ciampa', 61 anni, Crotone; Gaetano Ciampa', 36 anni, Crotone; Salvatore Ciampa', 40 anni, Crotone; Salvatore Ciampa', 31 anni, Crotone; Claudio Covelli, 29 anni, Crotone; Pasquale Crugliano, 28 anni, Crotone; Agostino Frisenda, 49 anni, Crotone; Carmelo Iembo, 33 anni, Crotone; Antonio Manetta, 26 anni, Crotone; Giuliano Napoli, 23 anni, Cinquefrondi; Angelo Palermo, 60 anni, Lago (Cs); Francesco Passalacqua, 31 anni, Crotone; Giuseppe Passalacqua, 25 anni, Crotone; Leonardo Passalacqua, 37 anni, Crotone; Carla Perri, 52 anni, Cosenza; Francesco Pugliese, 33 anni, Crotone; Mario Stirparo, 32 anni, Crotone; Giuseppe Tricoli, 31 anni, Crotone. Agli arresti domiciliari sono finiti Luigi Spagnolo, 27 anni, Crotone, e Armando Taschera, 58 anni, Crotone. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, infine, per Giuseppe Mesuraca, 28 anni, Crotone, e Youness Zari, 26 anni, Casablanca.