Narcotraffico, padre e figlio esponenti della ‘ndrangheta arrestati a Dubrovnik
Due italiani, Antonio Melato e suo figlio Alessandro, sono stati arrestati a Dubrovnik, nel sud della Croazia, in base a un mandato dell'Interpol italiano perchè sospettati di traffico di cocaina e riciclaggio di denaro sporco, e sono ora in detenzione preventiva a Spalato, in attesa dell'estradizione verso l'Italia. - E' quanto scrive Leggo on-line - Lo riferiscono oggi i giornali croati secondo i quali Antonio Melato sarebbe uno dei boss del 'Ndranghetà calabrese.
Gli arresti, secondo il quotidiano Slobodna Dalmacija di Spalato, fanno parte di una vasta operazione internazionale che mira a smantellare una rete di narcotraffico, partita alcune settimane fa in Spagna, dove è stato arrestato un altro figlio di Antonio Melato. I due arrestati, residenti dal 2006 in Croazia, avrebbero intuito che gli inquirenti sarebbero arrivati anche a loro e avrebbero predisposto un piano di fuga. Sono però stati fermati dalla polizia croata "nei pressi dell'aeroporto di Dubrovnik, poco prima di salire su un aereo di linea diretto a Zagabria, e continuare da lì verso un Paese dell'est europeo". Nell'ultimo periodo, tramite canali privati, avrebbero sparso la voce che la loro casa, situata in una zona costiera e prestigiosa della città adriatica croata, era in vendita.
Il giornale, citando fonti della polizia che hanno chiesto l'anonimato, scrive che Antonio (56 anni) e Alessandro Melato (26 anni), conducevano una vita tranquilla nella zona di Dubrovnik, senza suscitare alcun sospetto delle autorità croate. Entrambi si sarebbero sposati, sarebbero in possesso di un regolare permesso di soggiorno e avrebbero due società registrate in Croazia che, secondo gli inquirenti, servivano da copertura per il riciclaggio del denaro ricavato dal traffico di droga. Sono sospettati di aver organizzato, in cooperazione con delle associazioni criminali montenegrine, una catena di traffico di stupefacenti che, partendo dal Sud America, riforniva il mercato illecito di vari Paesi dei Balcani. Padre e figlio sono stati sentiti dal giudice istruttore di Spalato che ha ordinato una loro detenzione per quaranta giorni, in attesa che dall'Italia giunga una richiesta formale per la loro estradizione. Per ora le autorità croate dispongono solo dei dati del mandato d'arresto internazionale e nei prossimi giorni richiederanno ai colleghi italiani il fascicolo completo e originale per decidere sulla fondatezza della richiesta di estradizione. I due uomini hanno negato le accuse a loro carico, "sostenendo di non sapere niente del mandato dell'Interpol", e si sono opposti alla procedura di estradizione e alla detenzione preventiva.