Marziale: “Chiusura Commissariato Ps? Allora mafia non esiste”

Reggio Calabria Attualità

“La mafia non esiste, perché se uno Stato che commissaria per ben due volte il Comune per infiltrazioni mafiose decide di smantellare un presidio di Pubblica Sicurezza ciò vuol dire che il pericolo è puramente politico e, pertanto, inesistente”: è quanto dichiara il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori e consulente della Commissione parlamentare per l’Infanzia, già amministratore del centro pianigiano. Marziale ricorda: “I fasti che accompagnarono l’inaugurazione del Commissariato di PS a Taurianova, alla presenza dei ministri dell’Interno e della Giustizia, Scotti e Martelli, del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Antonio Viesti e del Capo della Polizia Vincenzo Parisi. Alla luce del possibile epilogo, una parata per le allodole che costò la vita a ben quattro finanzieri preposti al servizio scorte a causa di un incidente stradale. Ed oggi tutto viene vanificato per mancanza di fondi. Lo Stato - è l’ammonimento del sociologo - sia più serio se vuole risultare credibile”. “Un territorio ritenuto ad alta densità mafiosa abbisogna della presenza fisica delle Istituzioni - sottolinea il presidente dell’Osservatorio - perché alle giovani generazioni, per affrancarle dalle derive criminogene, occorre mostrare l’alternativa, fatta soprattutto di presidi delle Forze dell’Ordine, di scuole, di ospedali. Invece Taurianova sembra Beirut, con strade dissestate e colpita da costanti svuotamenti, come la Pretura e tanti altri uffici che nel tempo sono stati dislocati. Bel modo - chiosa sarcasticamente Marziale - per sconfiggere la mafia”. Il sociologo continua: “Considero degni di ammirazione coloro i quali si immolano per governare un territorio così difficile, siano essi maggioranza o opposizione e che nei mesi scorsi sono stati colpiti da intimidazioni. A tal proposito ricordo l’attentato dinamitardo al sindaco Romeo, costato la vita ad un ignaro cavallo, proiettili inviati all’ex sindaco Biasi e al consigliere Rigoli, l’autovettura bruciata al segretario dell’MPA De Leo, pesanti atti vandalici al primo circolo didattico ed altro ancora. Proprio la consapevolezza di dover remare contro gli anacronismi dello stesso Stato mi ha indotto a rifiutare la candidatura a sindaco che mi era stata fortemente proposta e che, allo stato delle cose, giudico impraticabile anche se primo cittadino fosse il ministro Cancellieri in persona. Anzi - conclude Marziale - ci provi”.