Traumatologia, al Pugliese Ciaccio gli standard qualitativi del Niguarda
Una full immersion nelle emergenze chirurgiche post trauma. Nella sala multimediale del nosocomio, gremita e attenta, sono state affrontate e approfondite le “Problematiche mediche, infermieristiche e legali in un DEA di II livello” qual è il “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro.
Una fase di formazione e aggiornamento cui l’Azienda Ospedaliera ed il suo Direttore Generale Elga Rizzo tengono molto. “E’ molto gratificante vedere la massiccia partecipazione a questo convegno che tra l’altro – ha detto la manager – ci consente di tributare un doveroso ringraziamento ad un settore qualificante della nostra offerta sanitaria. Oggi il Trauma Team è una grande prova di affiatamento, di dedizione e di abnegazione, in cui le migliori professionalità operano in simultanea secondo protocolli di alto profilo e nell’esclusivo interesse del paziente traumatizzato, che combatte la sua lotta per restare in vita”.
La scuola chirurgica catanzarese ha una tradizione pluridecennale e vanta tuttora professionalità individuali di grande spessore. Lo stesso ospedale del capoluogo del resto continua a sopportare da solo il peso dei casi di emergenza-urgenza. In un’ottica di modernizzazione e di tenuta degli standard di efficienza, da qualche tempo – in coincidenza con l’entrata in carica del management aziendale – il direttore della Sod di Chirurgia d’Urgenza Alfredo Cosentini e quello della SOC do Anestesia e rianimazione Mario Verre, hanno iniziato una virtuosa collaborazione con il prof. Osvaldo Chiara, Chief Trauma Team dell’Ospedale Niguarda di Milano (dove a sua volta ha portato l’esperienza americana del Maryland Trauma Center di Baltimora) il quale pian piano ha trasferito ai colleghi i modelli organizzativi ed applicativi della prestigiosa struttura di riferimento lombarda.
“Ritorno in Calabria con grande entusiasmo – ha detto Chiara – per presentare uno schema organizzativo che un Ospedale di eccellenza come il “Pugliese-Ciaccio” sta già applicando egregiamente. Affrontare un poli-traumatizzato è una problematica che comprendere anche la struttura territoriale che gestisce il trasporto del paziente. Il tempo è la variabile fondamentale per la sopravvivenza del paziente il quale nell’ora successiva al trauma ( la cosiddetta “golden hour”) si gioca gran parte delle speranze di rimanere in vita. Per questo motivo, la particolare orografia di tutto il territorio calabrese deve indurre ad ottimizzare gli altri aspetti organizzativi”.
Il Trauma team del “Pugliese-Ciaccio” è nato per caso, quando di fronte ad un giovane, vittima di un grave incidente stradale ma oggi perfettamente guarito, al tavolo operatorio in meno di mezzora si sono avvicendati il chirurgo generale, il chirurgo toracico, il neurochirurgo e l’ortopedico. “Un’intesa del genere non si improvvisa – ha dichiarato Verre, co-presidente del convegno – ma si concretizza se ne esistono i presupposti, come nel nostro caso. Grazie al nostro lavoro in simultanea ed ai modelli trasmessici da Chiara riusciamo ad ottenere ottimi risultati. Speriamo di migliorare negli strumentazione di radiologia interventistica dove opera l’ottimo Notarangelo per elevare ancora di più gli standard di rendimento”.
Ai lavori hanno preso parte anche rappresentanti della Chirurgia universitaria della “Magna Graecia”, in nome di una integrazione operativa fra le strutture del territorio più volte invocata dagli stessi organizzatori. “Storicamente siamo l’unico presidio che opera nelle urgenze – ha detto da parte sua Cosentini, l’altro co-presidente del Convegno – Va dato atto alla Direzione Aziendale che tanto è stato fatto con l’attivazione del Trauma Team; ma tanto si può fare ancora molto in tema di dotazione strumentale e personale. Purtroppo il periodo è caratterizzato da una severa stretta di bilancio per cui spesso dobbiamo fare di necessità virtù”.