Beni culturali per rinascita occupazionale
Fondi per ricerca e cultura? Mai viste così tante risorse come quelle destinate al Mezzogiorno di Italia in questo periodo storico. La Cultura è preziosa per lo sviluppo dell’economia, incide sulla democrazia e contrasta il dilagarsi della criminalità. Perché ciò succeda non serve, però, che ci siano soltanto fondi. Vanno semmai agevolate le condizioni perché l’esistente, teatri, scuole e beni culturali, possano essere fruiti da un’utenza sempre più ampia. Ottimizzare risorse e patrimoni esistenti! Ecco la parola d’ordine. Non dobbiamo inventarci nulla. Cultura e sviluppo vanno letti in modo sinottico. Non c’è altra strada.
Soprattutto per la Calabria. È, in sintesi, il messaggio ribadito ieri dall’assessore regionale alla cultura Mario Caligiuri intervenendo nel pomeriggio di ieri, giovedì 28, presso l’Auditorium Alessandro Amarelli, per la presentazione del manifesto promosso dal sole 24 ore, a cura di Armando Massarenti, responsabile dell’inserto culturale del prestigioso quotidiano economico. All’incontro, moderato da Lenin Montesanto, hanno partecipato oltre al giornalista del Sole, anche l’editore Florindo Rubbettino titolare dell’importante casa editrice calabrese con sede a Soveria Mannelli, Maurizio Barracco, Presidente del Banco di Napoli e Presidente onorario di Federculture, e Alessio Cuglietta, giovane premiato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano come uno dei più brillanti studenti italiani. Senza cultura, non c’è sviluppo. Il Manifesto di Massarenti mette tutti d’accordo. Occorre riattivare – è questo l’obiettivo condiviso – il circolo virtuoso tra la conoscenza, la ricerca, l’arte, la tutela e l’occupazione. Bisogna mettere la cultura e lo sviluppo sullo stesso piano; la Cultura riscatta.
Sostenendo la tesi de il sole 24 ore, l’assessore comunale alla Cultura Stella Pizzuti, in una affollatissima platea, ha portato il saluto dell’amministrazione comunale cittadina e del Sindaco Giuseppe Antoniotti. Tra i presenti, anche l’on. Giuseppe Caputo, il vicesindaco del comune di Rossano Guglielmo Caputo, il padrone di casa Fortunato Amarelli amministratore della storica Fabbrica di Liquirizia Amarelli, il preside Giovanni Sapia direttore dell’Università Popolare “Ida Montalti” di Rossano, i sindaci e gli amministratori di Villapiana, Campana, Cirò, Umbriatico, Trebisacce, Terravecchia, Rocca Imperiale, Paludi, Calopezzati, Crosia, Vaccarizzo, Spezzano Albanese, San Cosmo Albanese e Acri. No alla dicotomia tra cultura scientifica e cultura umanistica; le imprese devono puntare sulla creatività per dare valore aggiunto e immateriale ai propri prodotti. Il manifesto di Massarenti deve essere applicato a più ambiti (Rubbettino). Basare lo sviluppo dei territori esclusivamente su dimensioni e dinamiche economiche è sbagliato. La Cultura va posta al centro di qualsiasi ragionamento autenticamente competitivo (Caligiuri). Ai manifesti occorre far seguire i fatti. Se l’Italia non vuol continuare sulla strada dell’emarginazione deve puntare su cultura e turismo, preferendo il metodo della messa in rete (Barracco). Bisogna facilitare l’accesso ai luoghi della conoscenza. Servono politiche di incoraggiamento reale verso le nove generazioni – ha chiosato Cuglietta, concludendo la serie degli interventi. Lavorare sul binomio cultura e sviluppo – ha spiegato Massarenti – non significa mercificare la cultura o fare marketing territoriale. Occorre una vera rivoluzione copernicana nel rapporto tra sviluppo e cultura. Da beni improduttivi da mantenere, i beni culturali e l’intera sfera della conoscenza devono tornare ad essere determinanti per il consolidamento di una sfera pubblica democratica, per la crescita reale e per la rinascita dell’occupazione.