Abolizione Province. Ferro: il Governo si accanisca invece su società e consorzi
“Tagliare di un ulteriore miliardo i bilanci delle Province per il 2013, non significa ottenere un risparmio per lo Stato, ma vuol dire togliere servizi essenziali ai cittadini e alle famiglie, oltre che linfa vitale alle economie dei territori. Fino al 2014 alle Province saranno tolti 3,3 miliardi di euro. L’incidenza del taglio sulla spesa corrente è, nel 2012, del 5,9% per le Province, del 2,6% per le Regioni e dello 0,97% per i Comuni. Nel 2013 si arriva ad un taglio dell’11,8% per le Province, del 4,33% per le Regioni e del 3,8% per i Comuni. Si continua, quindi, a fare pesare in maniera spropositata i tagli alla spesa pubblica sugli enti intermedi, che oltre a non potere contare su proprie entrate tributarie, hanno da tempo eliminato sprechi e spese superflue anche perché costrette, per ragioni di sopravvivenza, ad una gestione oculata, virtuosa ed efficiente”.
Lo sostiene in una nota Wanda Ferro, presidente della Provincia di Catanzaro e dell’Upi Calabria.
“Nei bilanci di previsione 2012 – prosegue Fa ferro - gravati da 500 milioni di tagli che si sono aggiunti a quelli delle manovre precedenti, gran parte degli enti intermedi sono stati costretti a lasciare a zero molti capitoli di spesa. Eppure le Province continuano ad assolvere, con una disponibilità minima di risorse, a compitiistituzionali che sono fondamentali per lo sviluppo dei territori: dalla viabilità all’edilizia scolastica, alla cultura, alle politiche sociali. Il governo Monti vorrebbe raschiare ancora il fondo di un barile vuoto, mentre non accenna a mettere mano alle vere centrali dello spreco: le oltre cinquemila agenzie, società partecipate, consorzi ed enti strumentali, che rappresentano una voragine in cui sparisce, spesso fuori da ogni controllo, una quantità enorme di denaro pubblico senza che a ciò corrispondano servizi o benefici per i cittadini. Parliamo di 7 miliardi di euro all’anno, di cui 2,5 miliardi per i soli consigli d’amministrazione, per non parlare del debito accumulato che ammonterebbe, come emerge dal rapporto sul coordinamento della finanza pubblica stilato dalla Corte dei Conti, a 34 miliardi di euro. Anziché mettere mano ad una complessiva e seria riorganizzazione dello Stato, il Governo – conclude la presidente dell’Upi - continua ad accanirsi contro gli enti intermedi, prevedendo tagli insostenibili, che porteranno inevitabilmente le Province italiane al dissesto”.