Calabria Etica e il Progetto educativa familiare domiciliare

Calabria Attualità

Proseguono con impegno e abnegazione i progetti portati avanti dalla Fondazione Calabria Etica guidata dal presidente Pasqualino Ruberto. Notevoli consensi e risultati tangibili, sta riscuotendo uno degli ultimi progetti fra quelli più innovativi contemplati all’interno delle attività della Fondazione. Ovvero, il progetto denominato “Educativa Familiare Domiciliare”, coordinato da Daniela Vitalone. Si tratta di un servizio rivolto ai minori in situazioni di crisi e di rischio psico-sociale e alle loro famiglie. L’intervento prevede la presenza di un educatore direttamente a domicilio e ha come obiettivo primario il mantenimento del bambino nel nucleo familiare d’origine. Il servizio si rivolge a bambini di età compresa tra 0 e 12 anni appartenenti a nuclei familiari che versano in condizioni di disagio socio-ambientale e che sono residenti in Calabria. Il servizio, si svolge in partenariato con il Centro giustizia minorile di Catanzaro; le Asp; i Servizi sociali dei Comuni. Il servizio intende prevenire situazioni di disagio sociale a rischio di disadattamento, di marginalità e di devianza minorile, mantenendo il minore all’interno del proprio nucleo familiare. Prevenire l’istituzionalizzazione di minori a rischio. Da qui la necessità di intervenire nello specifico e nel dettaglio, mirando ai seguenti obiettivi: promuovere il mantenimento del bambino nel nucleo familiare d’origine; sostenere e promuovere i processi di socializzazione del bambino nel rapporto con il gruppo dei pari e nell’integrazione con il territorio Favorire nel bambino l’acquisizione e l’interiorizzazione del sistema di regole; stimolare e sostenere il minore nel percorso scolastico. Sostenere la famiglia nel proprio ruolo educativo in situazioni di temporanea o strutturata difficoltà psicologica e socio-economica; ricostruire l’intero sistema relazionale della famiglia attraverso il rafforzamento delle figure parentali; sostenere il minore in situazioni di deprivazione educativa e affettiva; contrastare l’isolamento sociale dei nuclei familiari in difficoltà attraverso interventi mirati e specifico. Importante inoltre il Tavolo istituzionale con i presidenti del Tribunale dei minori di Catanzaro e Reggio Calabria, il Garante per l’Infanzia e l’adolescenza e funzionari del Dipartimento 10 - Assessorato regionale Politiche sociali.

Fino ad oggi, su segnalazione dei Servizi sociali dei Comuni, sono stati predisposti 61 interventi familiari. Dati che testimoniano di un impegno sempre più importante e che anticipano ulteriori interventi e particolare attenzione nelle prossime settimane. “Questo dell’Educativa familiare - ha dichiarato il presidente Ruberto - è un altro dei tanti progetti della nostra Fondazione, che opera di concerto con l’assessorato regionale alle Politiche sociali guidato egregiamente dall’assessore Stillitani, che punta a lenire le difficoltà di nuclei familiari con situazioni di disagio di un certo rilievo. Il nostro impegno sarà sempre maggiore e convinto per cercare di offrire un’adeguata assistenza”.

Scheda Progetto

Il Progetto vede la Fondazione Calabria Etica nelle vesti di soggetto attuatore e la Regione Calabria - Assessorato alle Politiche Sociali in qualità di soggetto proponente. Il Servizio si rivolge alle famiglie disagiate segnalate dal Centro Giustizia Minorile per la Calabria e la Basilicata con sede in Catanzaro, dal Tribunale per i Minori del capoluogo di regione, dalle Aziende sanitarie provinciali di Catanzaro e Vibo Valentia e dai i Servizi sociali dei comuni della provincia di Catanzaro e di Vibo Valentia. Gli ambiti provinciali individuati, dunque, si concentrano nei territori di Catanzaro e di Vibo Valentia, dove persistono situazioni critiche temporanee o strutturate che incrinano le condizioni dei nuclei familiari e dei minori. La sede operativa, come abbiamo già ribadito, si colloca nelle abitazioni dei nuclei familiari interessati o in alloggi messi a disposizioni della famiglia presa in carico.

Una figura, quella dell’educatore, che si propone come modello sia per il minore che per il genitore, sostenendo, quest’ultimo, nell’espletamento delle funzioni genitoriali e nell’espressione delle proprie competenze educative. L’educatore è una sorta di sarto in grado di cucire l’abito addosso al vissuto, alle esigenze e al disagio del minore. Interagendo, dunque, sia con il minore che tra il minore e la famiglia.

Allo psicologo è demandato il compito di pianificare le varie fasi dell’intervento strutturate in base alle reali esigenze e bisogni della famiglia. Svolge una funzione di supervisione sull’intervento complessivo, naturalmente in piena sintonia con il lavoro svolto dall’educatore. La durata degli interventi può raggiungere un massimo di 10 mesi dalla presa in carico del minore.

Il Progetto prevede un intervento minimo dell’educatore dalle 4 alle 8 ore settimanali per il minore e per il proprio nucleo familiare in relazione alla peculiarità del caso. C’è da dire che i tempi di realizzazione saranno diversificati e pianificati in base ai reali bisogni rilevati, alla tipologia dell’intervento e alla particolarità del caso di ogni singola famiglia.