Asp Catanzaro, ospedale Lamezia punto di riferimento regionale per riabilitazione
L’ospedale di Lamezia Terme avrà un’altra importante funzione: quella di riferimento regionale per la Riabilitazione. Ad annunciarlo è il direttore generale dell’Asp di Catanzaro Dott. Prof. Gerardo Mancuso che anticipa quanto contenuto nel decreto 106/2012 del sub-commissario alla Sanità e che prevede l’attivazione di 40 posti letto destinati all’attività di riabilitazione attraverso l'istituzione del Centro Inail.
“Questo è un risultato di elevato valore – ha detto Mancuso – che conferma l’attenzione che la Regione ha sulle azioni proposte dalla Direzione Generale e sull’ospedale lametino, che diventerà punto di riferimento non solo calabrese, ma anche del meridione e dell’interno bacino del Mediterraneo. Questo grazie alla sinergia clinica ed assistenziale tra l’ospedale cittadino e il Centro Protesi Inail che sarà attivato a breve nell’area di proprietà della fondazione Terina. Sono stati infatti già ultimati due padiglioni clinici con 40 posti letto che verranno destinati alla riabilitazione, mentre l’area chirurgica verrà effettuata nel nosocomio cittadino. L’obiettivo è creare un unico contenitore, che si sta pensando di chiamare ‘Ospedali Riuniti’, che comprende i nosocomi di Lamezia e Soveria Mannelli e il Centro Protesi Inail. Il nostro intento è quello di attivare entro l’inizio del prossimo anno la riabilitazione e la lungodegenza. Questa attività proietta la sanità Lametina verso orizzonti moderni e di avanguardia, una dimensione lungimirante e di qualità, superando i vecchi stereotipi che non avevano basi tecniche e logiche, ma solo slogan di alcune nicchie della vecchia politica”.
Il progetto definitivo verrà presentato in una apposita conferenza stampa alla presenza del Presidente Giuseppe Scopelliti, del Presidente Franco Talarico e del Direttore Generale dell'INAIL. Mancuso ha poi ricordato che l’ospedale “Giovanni Paolo II” è punto di riferimento regionale non solo per la riabilitazione, ma anche per alcune unità operative, alcune delle quali già operative altre in via di attivazione.
Altra novità riguarda l’organizzazione delle Unità Operative e la ridistribuzione dei posti letto. “Saranno soppresse su tutta la Azienda 22 unità operative semplici – ha detto Mancuso – così come stabilito dalle ultime linee guida emanate. Entro la fine del mese, inoltre, effettueremo una ridistribuzione dei posti letto, secondo moduli di 10 posti letto e multipli di 10. Questo varrà per tutte le unità operative, ad eccezione di alcune come la Rianimazione e la Terapia intensiva neonatale (TIN) dove non si può pensare di avere 20 posti letto, perché sarebbe anti economico, e per questo qui i posti letto saranno ridotti. Però per tutte le altre ci sarà una rimodulazione: alcune unità operative passeranno da 24 a 30, mentre altre passeranno da 24 a 20. Questa riorganizzazione è molto importante perché da luogo ad un altro argomento, quello cioè delle piante organiche, che noi abbiamo definito sulla base dei posti letto che avevamo identificato, ma che dobbiamo revisionare in base ai nuovi posti letto”.
Novità in arrivo anche per quanto riguarda il funzionamento delle singole Unità Operative. “Abbiamo fatto notevoli passi avanti – ha sottolineato il dg – in molti hanno capito che quello sanitario è un problema che riguarda tutti. Ma c’è ancora tanto da fare. Dal prossimo settembre consegneremo ai direttori delle Unità Operative il budget destinato alla premialità dei lavoratori. Sarà quindi il dirigente che stabilirà, in base al lavoro effettuato e agli obiettivi raggiunti, a chi assegnare la premialità. Questo è uno strumento di delega ai responsabili dei servizi molto potente per far funzionare al meglio le singole unità”. Il dg Mancuso ha inoltre chiesto ai direttori di effettuare controlli più serrati sull’operato dei lavoratori e non limitarsi solo ai controlli d’istituto.
“Nonostante la campagna mediatica negativa degli ultimi mesi – ha aggiunto Mancuso – siamo riusciti ad ottenere dei risultati per taluni inaspettati, riuscendo a mantenere alcune strutture ospedaliere che rischiavano di chiudere, come per esempio Soveria Mannelli che invece sarà riconvertito in ospedale di lungodegenza. Avrà infatti in un primo momento 46 posti letto. Nonostante il periodo difficile e di crisi, la nostra Asp, grazie al lavoro di revisione e programmazione dell’ultimo anno e mezzo, sarà toccata solo marginalmente dalla spending review, perché abbiamo già ridotto i posti letto e attuato una serie di azioni volte al risparmio e alla razionalizzazione. Abbiamo ereditato una situazione difficilissima, ma pian piano stiamo risalendo la china”.