La modernità liquida da oggi su facebook: il successo dell’aqua continua

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Successo di pubblico sabato 14, sul lungomare di Rossano. l’aqua si conferma calamita inter-generazionale, dalla mezzanotte in poi. – “Sei liquido? confessalo!” e’ partita, con quest’esortazione e con questa provocazione la seconda tappa della rivoluzione liquida all’aqua, su lungomare di Rossano. Nel giorno, simbolico, del 223esimo anniversario dell’epica presa della bastiglia a Parigi gli organizzatori del laboratorio più originale dell’estate 2012 si sono presentati al pubblico della notte dell’area urbana Corigliano-Rossano con la ghigliottina del pudore: il “cubo dell’identità liquida”. Letteralmente preso di mira. Posizionato a bordo cassa, subito dopo l’ingresso sulla destra, tra il banco del bar, la piscina e la via a tavoli e divanetti, un cubo bianco sovrastato da un tubo trasparente con una fessura, a partire non a caso dalla data storica di questa sera, ha iniziato ieri sera ad accogliere pensieri e pulsioni dei nomadi dell’aqua, cifra dei liquidi contemporanei. Ognuno continuerà ad offrire il suo contributo, lasciando il proprio messaggio firmato e scritto sui diversi post-it gialli disponibili alla cassa o già incollati sul tubo. istinti e gossip, riflessioni e pensieri, tutto entrerà nel cubo. A qualsiasi ora. fino all’alba. – ma a partire da oggi, lunedì 16 e fino al successivo sabato 21, i messaggi saranno di volta in volta postati sulla pagina sociale facebook dell’aqua. E qui che, da oggi, si aprirà la sfida tragicomica sull’identità liquida della società contemporanea. A colpi di “mi piace”. I click decreteranno il consenso virtuale del pubblico del web. Ed ogni settimana, all’autore o all’autrice del messaggio o della riflessione più amata su facebook, o ai loro commentatori, gli organizzatori faranno omaggio di privé e pregiato prosecco al tavolo. A fine stagione, per i più cliccati in assoluto, una sorpresa!

Identità liquida. – resta, questa, la cornice filosofica ed esistenziale, l’atmosfera delle atmosfere ad accompagnare e stimolare ad annotare suggestioni mobili tra un cocktail ed uno sguardo, tra rumori esterni e silenzi interni, tra le pause del tempo proprio nel ritmo fluido delle notti tribali, tra le alchimie della salsedine e quelle della piscina. “Modernità liquida”. – Il famoso sociologo Zigmunt Bauman la chiama così, nella sua celebre intervista sull’identità. In essa vengono sempre di più a mancare quelle certezze che davano le strutture solide come lo stato nazione, le istituzioni, la famiglia, il lavoro. In una società sempre più segnata dalla deregulation e dalla flessibilità l'individuo finisce per avere tutto il peso sulle sue spalle, vengono a mancare forme di solidarietà e punti di riferimento comunitari che in passato aiutavano a condividere il fardello. Inoltre, da media ed esperti vari arriva sempre di più un incitamento generale al disimpegno, a non pensare a contratti solidi, anzi a vedere come negativa ogni forma di legame che si proietti poco più avanti del quotidiano. Ecco allora nascere quelle che Bauman chiama comunità guardaroba, che funzionano a tempo, stanno assieme fino a quando qualcuno decide di riprendersi il suo abito e andarsene. In un mondo di modernità liquida i piani a lunga scadenza diventano poco attraenti. La strategia del carpe diem diventa così la risposta più immediata a un mondo svuotato di valori che pretende di essere duraturo perché “the show must go on”, comunque e ovunque. Trovare un'identità, un'appartenenza diventa sempre più difficile e altrettanto più necessario. La forte tensione tra la presunta adesione a comunità sempre più virtuali, dove le rubriche dei cellulari vorrebbero sostituire il giro degli amici e il senso di solidarietà dell'individuo ridotto a consumatore e oggetto di consumo acuisce il bisogno di definire chi siamo. così facendo si smaschera la finzione che l'identità sia un dato anagrafico e "naturale", quando invece è sempre un processo di costruzione, lungo, elaborato e mai finito. «l'identità – scrive Bauman – è un grappolo di problemi piuttosto che una questione unica”.