La Rdt “Franco Nisticò” dice no al carbone

Calabria Attualità

La Rete per la Difesa del Territorio “Franco Nisticò” aderisce e parteciperà al presidio indetto dal Coordinamento Associazioni Area Grecanica, per il 23 luglio alle ore 10.30 davanti Palazzo Campanella, in occasione della seduta del Consiglio Regionale convocato per discutere in merito alla realizzazione della centrale a carbone a Saline Joniche.- si legge in una nota di Rete per la difesa di “Franco Nisticò” - Con la firma di Monti al decreto di Via, viene data un’accelerata all’iter autorizzativo per la costruzione di questa opera, voluta dalla società svizzera SEI – Repower. Firma arrivata nonostante il diniego del Ministero per i Beni culturali, e a dispetto di un Piano energetico regionale che vieta l’utilizzo del carbone per la produzione di energia elettrica. Una Via concessa colpevolmente a un progetto che presenta numerosi punti oscuri e mancanze, cui la SEI ha promesso di rimediare in futuro. Ma è difficile credere a queste promesse, visto che ad essere insufficienti sono proprio le valutazioni dei danni alla salute e delle conseguenze economiche e sanitarie a carico delle popolazioni che ospitano gli impianti, così come le previsioni sugli effetti dell’esercizio dell’impianto per l’ambiente circostante. Ancor più sarà difficile porre rimedio a una progettazione che addirittura non tiene conto della presenza dei vari centri abitati che insistono in quel territorio! Come a dire che i cittadini non contano assolutamente nulla!-continua la nota-In una regione che da decenni esporta il surplus di energia elettrica prodotta, attraverso il solito ricatto del lavoro e la manfrina dello sviluppo, ancora una volta ci vengono a dire che il futuro di questa terra passa attraverso la realizzazione di impianti di produzione energetica. Il settore energetico è sì vitale, ma lo “sviluppo” non arriverà con la realizzazione di nuovi impianti - che significherebbero nuovi elettrodotti, maggiore sottrazione di territorio e inquinamento elettromagnetico – ma con un’attenta analisi degli sprechi, con la diffusione di piccoli impianti di produzione da fonti rinnovabili, e non mega-centrali buone solo ad arricchire le grandi multinazionali. Tutto questo si tradurrebbe in maggiori posti di lavoro, maggiore salute, maggiore democrazia.-conclude la nota-Perciò il 23 luglio saremo al fianco dei Comitati di Saline Joniche per dire che la Calabria non è una terra in vendita, che non possiamo accettare l’ennesima multinazionale che viene a colonizzare il nostro territorio in cambio di qualche spicciolo, e soprattutto saremo lì per gridare No al carbone, né a Saline, né a Rossano, né in nessun posto.