Cirò: Calabria,da terra di mafia a terra di cultura
Trasformare il paradigma “Calabria terra di mafia” in “Calabria terra di cultura”, con visione politica e sguardo lungo, senza dover inventarsi nulla, in un’ottica regionale unitaria, puntando anzi tutto sulle scuole ed accompagnando, ad esempio, i nostri studenti nelle nostre aree archeologiche, le più estese d’Italia. Vincendo la vera sfida dei prossimi anni: trattenere all’interno del proprio territorio il PIL realizzato. E’ quanto ha ribadito l’assessore regionale alla cultura Mario Caligiuri, nel corso del suo intervento sul Manifesto Per La Cultura de Il Sole 24 Ore, all’evento de “La Notte dei Musei” nel centro storico della Città del Vino e di Lilio; una notte definita magica da tutti gli ospiti, preziosa per il messaggio sintetizzato simbolicamente nella consegna, da parte del sindaco Mario Caruso dell’astrolabio pro Lilius, realizzato dal maestro orafo Mimmo Cozza (tra gli ospiti), alla professoressa e Cavaliere del Lavoro Pina Amarelli, al professor Francesco Vizza del Cnr di Firenze e studioso di Lilio, al consigliere regionale Alfonso Dattolo ed allo stesso Prof. Caligiuri.
Il Presidente Scopelliti – ha tra l’altro detto Caligiuri – ha fatto della cultura una scelta strategica di sviluppo per la nostra regione. Questa notte – ha continuato – è speciale. Perché trovare un comune con appena 3000 abitanti che vanta tre musei, uno ogni mille abitanti, è un caso più unico che raro. Ed è speciale un governo locale che investe sui musei. Vi è poi un valore aggiunto – ha continuato: il fatto che questo investimento venga messo in cantiere in una terra infangata dalla criminalità. A 150 anni dalla nascita dell’Italia, da Cirò – ha proseguito Caligiuri – ribadiamo la nostra specificità: e cioè che l’Italia è una nazione culturale, nata prima dell’Italia, con la lingua di Dante, di Petrarca e di Boccaccio. L’economia – è andata avanti l’Assessore regionale alla cultura – è elemento fondamentale sviluppato dalla cultura, così come la democrazia è alimentata alla cultura che contrasta la criminalità. Grata ed emozionata per la serata, l’invito e per aver preso atto di questa nuova stella di Lilio per la terra calabrese, anche Pina Amarelli si è detta sorpresa dalla presenza di tre musei in un comune così piccolo come Cirò. Una densità per abitante – ha detto – forse superiore alla stessa Roma! Amarelli ha insistito molto sulla necessità di creare distretti con specificità, come ad esempio Lilio o la liquirizia o il Codex Purpureus di Rossano. L’investimento culturale – ha detto – ha un enorme ritorno sul territorio e svolge una funzione di responsabilità sociale. Rimarcando, infine, l’importanza strategica del merchandising nel management di successo di un museo, la professoressa Amarelli ha ricordato come l’agroalimentare sia oggi l’unico settore che tiene in Italia, sottolineando quindi come il souvenir da comprare sia oggi diventato soprattutto il prodotto agroalimentare tipico.
Illustrando, quindi, numeri e metodi del Museo Storico della Liquirizia Giorgio Amarelli (il secondo museo aziendale in Italia dopo Ferrari, con circa 35 mila visite all’anno), e dello shop (dove sono occupati dalle 6 alle 8 unità) la Cavaliere del Lavoro e rappresentante di Confindustria ha insistito sull’importanza di saper attrarre ed accogliere le scuole nei musei, proponendo infine al Sindaco Caruso le scatolette di liquirizia dedicate a Lilio nei tre musei visitati.