Cultura, Caligiuri: “Santa Severina è l’esempio della Calabria che vogliamo”
L’Assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri, commentando il successo del Comune di Santa Severina al concorso “Il borgo dei borghi” indetto dalla trasmissione della Rai “Kilimangiaro”, dove la cittadina calabrese ha conseguito la terza posizione nazionale, ha dichiarato che “Santa Severina è l’esempio della Calabria che vogliamo: quella che attraverso la cultura crea economia e costruisce un modello di sviluppo”.
“Il caso di Santa Severina - ha proseguito Caligiuri -, oggi agli onori positivi della cronaca grazie all’opera del suo attuale Sindaco Diodato Scalfaro, è la dimostrazione di come lo sviluppo debba essere sostenuto dal basso. Negli ultimi anni, ci sono stati importanti investimenti pubblici che hanno portato alla ristrutturazione del cuore pulsante di tutto il borgo che è il castello, così come della piazza, della cattedrale, delle due chiese sovrapposte di Santa Filomena e di Santa Maria del Pozzo e poi recentemente, in questa legislatura regionale, del museo diocesano.
Ma tutti questi investimenti sarebbero rimasti vani se non ci fosse un’energia locale che ha portato a realizzare luoghi di accoglienza, ristorazione di qualità, occasioni di incontro nazionali e internazionali”.
L’Assessore ha poi sostenuto che “con Altomonte, Taverna e Gerace, Santa Severina è la dimostrazione evidente di come si possa fare crescere l’economia attraverso l’intelligente uso del patrimonio culturale, coinvolgendo i cittadini e i privati e avendo una visione dello sviluppo che vada al di là dei confini comunali”.
“Questi risultati non si possono realizzare se non c’è una chiara consapevolezza e un ampio coinvolgimento locale in grado di promuovere e valorizzare gli investimenti pubblici, diffusi in tutta la regione da decenni ma che solo in pochi luoghi sono riusciti a creare reale sviluppo.
Non a caso, proprio a Santa Severina, sorse ai primi del Novecento la rivista “Siberene”, venne in visita il grande linguista tedesco Gerald Rohlfs, svolse studi Paolo Orsi, si verificò la solenne visita del patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I, vengono ancora pubblicati i “Quaderni siberenensi” e diversi studiosi hanno compiuto e compiono importanti ricerche come Francesco Le Pera, Salvatore Pancari e Ulderico Nisticò, che molto si è speso in questi ultimi anni per il rilancio di questa perla della cultura calabrese.
Così come va evidenziata - ha concluso Caligiuri - la sensibilità di amministratori e cittadini che nel corso degli anni hanno limitato quegli scempi edilizi che caratterizzano tanti centri storici calabresi ed italiani”.