Passivo Sacal: Turino (FT), come mai nessuno è intervenuto prima?
“La politica deve prontamente intervenire sulle tematiche esistenti per la chiarezza e la realtà delle cose e dei fatti, in quelle gestioni indicate e volute dall’esito del confronto elettorale,riconsiderando molte delle scelte fatte in precedenza, che non vanno nel senso comune e collettivo, lasciando dubbi sulla realtà di conduzione. Mi riferisco – si legge in una nota di Carlo Turino Componente Comitato Centrale del Movimento Sociale Fiamma Tricolore - al clamore suscitato dalle notizie sul pesante passivo SACAL (l’ente di gestione dell’aeroporto di Lamezia) esploso in una serie di spigolature e comunicati da cui non si riesce ad intravvedere la verità.
Se la smania del potere ha inquinato un sociale in avanzato sviluppo, la domanda che viene spontanea è: “come mai nessuno è intervenuto prima, nell’attimo in cui si scorgevano gli spiragli e le indicazioni di un crollo economico?” Le denunzie del sindacato,(UGL trasporto aereo Calabria) di quattro anni fa, sono state ridicolizzate e definite un eco allarmistico fuori da ogni portata, mentre disegnavano una situazione negativa che bisognava analizzare ed arginare immediatamente e non dormire su allori inesistenti, deridendo chi, il pericolo di una fine aeroportuale, l’aveva intravista per primo. Forse la formula di quella e questa politica era il “lasciar correre, sperando in una soluzione automatica e indolore” praticamente, un “non sento, non vedo e non parlo” come le tre scimmiette di qualche antico libro giallo. Oggi ci troviamo sulla testa una spada di Damocle che non avremmo mai voluto, messa li da altri che hanno dilapidato tutto ciò che si poteva dilapidare, senza pensare al danno lavorativo e alla negazione sociale.
E’ il momento di pretendere una decisione ferma, senza guardare colori e appartenenze,per poter operare con la denunzia e pulizia, morale e materiale, di tutti coloro che hanno inteso bivaccare sul bene pubblico lasciandovi solo un mucchio di ceneri. Basta con le prese in giro e con le presenze politiche, rimbocchiamoci le mantiche, mandiamo via gli artefici del disastro aeroportuale prima che sia impossibile frenare la corsa verso il baratro, riapriamo il dialogo al futuro con la serietà necessaria per riqualificare e rivalutare una fonte di progresso e d’economia,ricercando e responsabilizzando dei tecnici che capiscano di trasporto aereo e delle sue potenzialità e non siano preda della politica propagandistica e clientelare. L’aeroporto di Lamezia e della comunità, non deve essere considerato un bene per poche persone”.