Crotone, sanità: la Cgil attacca il Dg dell’Asp Rocco Nostro
Il Direttore generale dell’Asp di Crotone, Rocco Antonio Nostro, dovrebbe rispondere alle istituzioni piuttosto che ala stampa. E’ quanto afferma in una nota la Cgil crotonese a firma del segretario generale Fpcgil Crotone Raffaele Falbo e del Segretario generale Cgil C.d.L. Crotone, Francesco Grillo. E sollecitazioni, negli ultimi tempi, il Dg Nostro ne è ha ricevute parecchie, “dalla FP Cgil, dal Sindaco Vallone, nella sua qualità di presidente della Conferenza dei sindaci, dall’assessore comunale Cotronei e da ultimo dal sindaco di Cirò Marina, Roberto Siciliani, nonché da primari e dipendenti della struttura ospedaliera”. Per la Cgil “la propaganda e la sovraesposizione mediatica, al contrario, non sembrano essere consone al ruolo tecnico, manageriale, amministrativo ed anche politico che un Direttore Generale dovrebbe ricoprire, oltre ad apparire “poco prudenti”, se calate in un contesto fortemente disagiato e, pertanto, esplosivo come quello crotonese.
E’ per queste ragioni continua la Cgil - che vorremmo che le esternazioni del Direttore Nostro si trasferissero sul piano del merito e che si discutesse, seriamente e con lungimiranza, su questioni dirompenti che attengono l’organizzazione del lavoro, la qualità dei servizi se non, addirittura, la stessa sopravvivenza del nosocomio crotonese. Al contrario, invece, Nostro sembra agire in maniera estemporanea, per annunci e smentite, per certezze dichiarate poi disattese dagli atti, contraddizioni più volte denunciate dalla FP CGIL di Crotone”. Tra le contraddizioni addebitate a Nosto, gli esuberi, lavoro straordinario, organizzazione del lavoro. “Per prima cosa ci chiediamo e, soprattutto, lo chiediamo a Nostro, di rendere pubblici i dati sugli esuberi del personale amministrativo di cui ha parlato e di farci capire come ed in che misura interverrà con i tagli preannunciati.
Infatti, vengono evidenziati “grossi esuberi” di personale amministrativo, ma, al contempo, si utilizza il lavoro straordinario che, si ricorda, è uno strumento a cui si fa ricorso per prestazioni di carattere eccezionale e non come strumento di organizzazione ordinaria del lavoro, in percentuali vertiginose a favore di quello stesso personale amministrativo, (o per meglio dire, parte di esso), che il Direttore dichiara essere in esubero. Allo stesso tempo, in un modo che ci pare alquanto irrazionale sotto il profilo dell’organizzazione del lavoro e delle risorse umane e strumentali, lo straordinario è invece molto contenuto nell’utilizzo di quei ruoli socio assistenziali e delle professioni sanitarie di cui oggi - e finalmente – lo stesso Nostro evidenzia la carenza di organico.
Ed ancora – continua la Cgil - vorremmo che la Direzione Aziendale si soffermasse a spiegare al personale dipendente, sempre a salvaguardia del benessere e dell’efficienza organizzativa, perché si costituisca un gruppo di lavoro su un progetto regionale sulle cure primarie, per una spesa molto consistente, pari a circa 1.400.000 euro, e con tanto di personale scelto e/o prescelto, per poi revocare lo stesso atto (V. Determina n. 603 del 31 agosto 2012), subito dopo una denuncia dei lavoratori e della FP CGIL. Ed ancora vorremmo che ci si spiegasse perché, mentre si parla di esuberi, ristrutturazioni, piani di rientro, razionalizzazione della spesa, si continui ad esternalizzare selvaggiamente ogni qualsivoglia servizio, ieri il turno dei servizi infermieristici, oggi quello dei servizi igienico sanitari; di trasporto; di archiviazione e catalogazione informatica; di gestione del protocollo informatico; di trasmissione dei flussi; di manutenzione ordinaria delle strutture, degli impianti e delle strumentazioni/attrezzature dell’Azienda; per la creazione di un call center interno (V. Delibera N. 409 del 26 luglio 2012)”.
Sul’emodinamica “come Organizzazione sindacale abbiamo più volte denunciato l’irrealizzabilità, sotto il profilo tecnico, formale e sostanziale, della Emodinamica presso la Struttura ospedaliera di Crotone, per come almeno è stata prospettata dalla direzione aziendale, motivando il nostro convincimento con osservazioni, dati e normative di cui il DG sembra non tener conto.
Ad esempio, il Nostro afferma che acquisterà la “macchina per l’Emodinamica”. Ci preme sottolineare, ma di certo sarà stata una sintesi giornalistica e non una svista del Prof Nostro, che non esiste una macchina per l’emodinamica; una macchina, per intenderci, come quella per la TAC o la RMN. Ma sono necessari più strumenti ed apparecchiature, compreso un apparecchio radiologico. Per cui non sembra sufficiente, come il DG afferma, “individuare spazi, buttare giù pareti per alloggiare”, semplicemente, una macchina, ma occorrerebbe, prioritariamente, predisporre risorse, permessi, autorizzazioni – e non soltanto la DIA – per mettere in sicurezza dalle radiazioni ionizzanti i locali circostanti. Di tutto questo il DG Nostro non solo non ne parla, ma pare mistificare. Relativamente ai fondi per l’acquisto della presunta “Macchina dell’Emodinamica” e dell’ambulanza, ad esempio, è appena il caso di ricordare che, il piano di rientro dal debito sanitario non prevede finanziamenti per investimenti se non strettamente necessari ad assicurare i LEA, e l’Emodinamica non rientra tra queste discipline.
In più, la Emodinamica - ammesso che possa essere realizzata a posti letto zero - può essere solo prevista, come hanno fatto notare dalla Regione Calabria, come articolazione della Struttura Complessa di Cardiologia. A questo proposito chiediamo al DG Nostro come possa ampliare la dotazione organica, visto che secondo le prescrizioni del cosiddetto “piano di rientro”, non può fare assunzioni a nessun titolo. E non può nemmeno “delocalizzare” (che brutto termine, quasi si trattasse di delocalizzare un’impresa) i medici della cardiologia in quanto l’emodinamica richiede cardiologi interventisti. Ed anche ammesso che, per rispondere a tale esigenza, si volesse attivare la mobilità regionale, vorremmo ricordare le enormi difficoltà che si riscontrano in Calabria a reperire le competenze necessarie, ovvero Cardiologi Interventisti e non Cardiologi clinici.
Infatti, l’esperienza di Castrovillari dimostra che, dopo aver speso alcuni milioni di Euro, per la mancanza di medici, la Emodinamica lavora solo di mattina, mentre il pomeriggio e la notte i pazienti vengono dirottati a Catanzaro”. Critiche a Nostro anche sulle strutture complesse. “Continuando – continua la nota della Cgil - anziché enunciare roboanti risultati conseguiti, nella concretezza del tutto irrealizzati come, ad esempio, l’attivazione di ulteriori due strutture complesse, avremmo gradito che il Direttore Generale si fosse soffermato a spiegare esattamente come stanno le cose, informando la popolazione che, per esempio, dal 16 di settembre non saranno più possibili i ricoveri in tutti quei reparti e/o Unità Operative che non hanno posti letto: come la Nefrologia, l’Oculistica, l’Otorinolaringoiatria, giusta nota a sua firma del agosto scorso. Per quanto sin qui esposto e per come denunciato nelle opportune sedi, continuiamo a pensare che ci sia una volontà scientifica, se non strategica, nel voler creare e mantenere confusione in tutti gli aspetti attinenti l’organizzazione del lavoro, la gestione del personale, e nella sempre più parossistica vicenda che riguarda la redazione di un atto aziendale su cui, ancora, non si è aperto un confronto e di cui, ancora, non si conoscono i contenuti nella loro interezza e nei loro effetti.
Ricordiamo al DG Rocco Antonio Nostro - continua la Cgil - che gli atti aziendali, così come le scelte organizzative e gestionali riguardanti l’ospedale di Crotone non possono essere interpretati come trasposizione meramente esecutiva di scelte ed atti presi in altre sedi, ma devono essere condivisi, comunicati, resi pubblici perché impattano con un interesse primario e superiore che è il diritto alla salute pubblica. Per quanto ci riguarda, come Funzione Pubblica e come CGIL di Crotone, continueremo a tenere alta l’attenzione su quello che si sta consumando nella sanità crotonese e su come essa sia (mal) gestita, non sottraendoci al confronto - anzi continuando ad alimentarlo - con tutte le istituzioni interessate e gran parte dei lavoratori del settore e dell’opinione pubblica.
Noi saremo sempre più puntuali e vigili nel denunciare le incongruità e le inadempienze del sistema e di chi, (inco)scientemente, lo governa. Confidiamo infine - conclude la nota - in un barlume di coscienza e di responsabilità di questo Direttore Generale e, prima che chi di dovere lo metta alla porta, pensi bene lui a liberare il campo dalla sua presenza, sarebbe il primo vero atto di generosità compiuto nei confronti del nostro territorio”.