Senato accademico, Fiore: rinviare le elezioni sarebbe uno scippo!
“Le organizzazioni sindacali confederali CGIL-CISL-UIL, dopo quaranta giorni dall’indizione delle elezioni per il rinnovo del Senato Accademico e a due settimane dal voto, si rendono improvvisamente conto che qualcosa non va e decidono di chiedere al Rettore il rinvio del voto. La motivazione ufficiale, fornita pubblicamente da una iscritta alla CGIL a presentazione dei candidati già avviata, è che le OO.SS. che chiederanno il rinvio non sono state in grado di definire compiutamente e per tempo candidature e programmi. – Lo scrive in una nota Marcello Fiore Candidato Indipendente al Senato Accademico dell’Università della Calabria - Il fatto in sé potrebbe anche non suscitare particolare clamore o irritazione se non fosse per modalità e tempistica ed anche perché molte, troppe cose stridono terribilmente:
1. Perché per comunicare la volontà di chiedere il rinvio del voto si è ritenuto corretto farlo solo dopo che l’Ufficio di presidenza aveva chiesto conferma delle candidature (cosa fatta dalla CGIL), dopo che la riunione era già avviata ed un candidato (il sottoscritto) aveva esposto le ragioni della propria candidatura ed il programma? Evidentemente lo scarso interesse per le cose che andavo esponendo ha convinto i segretari delle suddette OO.SS. che si poteva impiegare il tempo in modo più costruttivo, improvvisando tra le comode poltrone dell’aula magna una riunione lampo nella quale ragionare, non già sui temi scottanti che dovrebbero impegnare il sindacato in uno scontro aperto con i vertici aziendali, ma su come porre rimedio ad una situazione di difficoltà elettorale;
2. Per la definizione delle candidature non si era avviato alcun processo unitario. Pertanto ogni sigla avrebbe presentato un proprio nome. Allora c’è da chiedersi perché proprio la CGIL, unica sigla sindacale ad aver riconfermato la propria candidatura ed averla tempestivamente comunicata a tutta la comunità universitaria il 5 settembre, attraverso un pomposo documento a firma dei massimi vertici provinciali e regionali, si rende protagonista della richiesta di rinvio?
3. Perché, se era al rinvio delle elezioni che si stava pensando, appena 24 ore prima la CGIL ha sentito il bisogno di inviare agli iscritti e a tutti i lavoratori una e-mail che testualmente recitava “domani, alle ore 11,00, nell'aula magna, i candidati, per l’elezione dei rappresentanti del personale tecnico amministrativo e di biblioteca in seno al Senato Accademico, esporranno il proprio programma elettorale. Vi invitiamo a partecipare numerosi”. Va aggiunto che alla stessa e-mail è stato allegato, quale documento ufficiale e quindi pienamente riconosciuto, la lettera del 6 settembre con la quale l’Amministrazione aveva comunicato le date delle elezioni e quelle per le “pubbliche riunioni nel corso delle quali ogni candidato potrà esporre il proprio programma elettorale”.
4. Ma la CISL e la UIL veramente non hanno nulla di originale da dire a proposito? È normale che abbiano preferito delegare (stranamente) ogni comunicazione alla CGIL che pare non abbia nemmeno una voce ufficiale ma è costretta a ricorrere a quella di una iscritta? Possibile che questa organizzazione sindacale sia priva o abbia cancellato i vertici della FLC nell’Università? O, peggio ancora, possibile che la FLC CGIL ritenga che le vicende dell’UNICAL non meritino, soprattutto in momenti così delicati, la presenza di un dirigente?
E per concludere in bellezza, attraverso la stampa di oggi ci viene offerta quella che tra la gente semplice, quella a cui credo di appartenere, si chiama la classica “pezza a colori”. Con essa la CGIL intende ribadire la famosa tesi fantascientifica detta “effetto farfalla” secondo la quale se una farfalla batte le ali a Pechino a New York piove. Infatti leggendo il documento scopriamo che a generare questo terribile caos sono stati: a) l’interruzione ad agosto delle attività lavorative per sei interminabili e sconvolgenti giorni lavorativi; b) dalla data di pubblicazione del decreto di indizione delle elezioni (1 agosto) dimenticando, o facendo finta di, che tutti sapevano della imminenza delle stesse; c) dal traccheggio del Rettore su una richiesta di rinvio presentata non si sa quando e da chi; d) dalla incredibile e strettamente connessa costituzione dell’Unità Operativa Complessa “Organi di Governo e Attività Istituzionali”, formalizzata con Decreto Rettorale n° 1769 del 6 agosto 2012, “per la quale le Organizzazioni Sindacali, con apposita nota pubblicata anche sui quotidiani, avevano chiesto al Rettore che la valutazione della didattica rimanesse al delegato”. E vogliamo dirlo e ribadirlo con forza che questa scelta sulla valutazione della didattica compromette fortemente gli equilibri all’interno dell’Ateneo e non poteva non avere una ricaduta diretta sulla data delle elezioni? Perbacco!
Invece di preoccuparsi della qualità e del contenuto di ciò che, nel loro palese e ostentato disinteresse, ho provato a comunicare agli elettori “assenti”, la CGIL dovrebbe preoccuparsi di recuperare la lucidità necessaria, quella che ci si aspetta da una grande organizzazione sindacale. Per esempio cominciando a chiedersi perché a quella riunione non c’erano i veri protagonisti di tutta questa vicenda: i lavoratori. Forse sarebbe il caso che al di là dei timori e delle preoccupazione elettorali generate dalla candidatura di un “vero” indipendente qual è il sottoscritto, ricominciassero a lavorare su ciò che unicamente li dovrebbe vedere impegnati: il senso ed il valore della parola “Rappresentanza”.
Il mio appello va quindi innanzitutto a tutte le Organizzazioni sindacali affinché provino a non dimenticare mai che loro sono, o meglio, dovrebbero essere la voce e la forza dei lavoratori non lo strumento che alimenta la filosofia del “padrone” dividi et impera. Alle donne e agli uomini di questa grande comunità voglio invece ribadire il valore di ciò che vorrei dare loro e rassicurarli, riconfermandolo, sul mio impegno che sarà pieno, condiviso e partecipato dalla ricchezza del loro contributo. In fondo la vera democrazia è di questo che ha bisogno”.
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