Vibo: ammanco alla Provincia, per la Cisal pagano i lavoratori
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato a firma della Cisal sull’ammanco di 1 milione di euro alla Provincia
Dopo il danno la beffa: i lavoratori della Provincia di Vibo Valentia non meritavano questa brutta impennata di fine estate. Fermi allo stipendio di luglio, oggi è stato bloccato l’iter per gli stipendi dell’arretrato agosto 2012. Il motivo ? Gli effetti del “fattaccio” denunciato nelle ultime ore dal Presidente Francesco De Nisi che ha presentato un esposto al Procuratore della Repubblica Mario Spagnolo sull’ammanco di 1 milione e 200 mila euro dalle già casse verdi della ragioneria di Palazzo ex Enel. “Gli uffici competenti – si commentava stamane a Palazzo ex Enel - erano alle prese con la compilazione degli stipendi di fine agosto. Poi l’arrivo di un improvviso e quasi immotivato stop che non poteva non infastidirci. In fondo con questa brutta vicenda noi non abbiamo niente a che fare. Sono responsabilità di chi ne gestiva la competenza.” Forte rabbia viene espressa dai lavoratori che condividono l’azione della Cisal. “Stipendi fermi, contratti fermi, Provincia cancellata: che vogliamo di più ? Speriamo non si tratti di un ennesimo caso Fallara – avvertono – perché sarebbe intollerabile. Non bastava il provvedimento di abolizione, o riordino, dell’ente a mantenerci in fibrillazione ci voleva anche questa mazzata tra capo e collo.”
Una brutta storia che il Presidente Francesco De Nisi ha avuto il coraggio di denunciare al piano più alto della magistratura vibonese ma che comunque lascia forti dubbi sul preciso disegno criminoso di chi ha inteso appropriarsi di fondi destinati a cittadini vittime di disagi e disavventure. La Cisal è certa che la Procura della Repubblica, che ha sempre manifestato la massima allerta sugli episodi criminosi che hanno investito ed investono tutt’oggi il territorio vibonese, saprà individuare i responsabili di un gesto che non soltanto lascia esterrefatti per la sua portata quanto per l’audacia messa in pratica da chi ha finito col beneficare ingiustamente delle somme distratte al patrimonio finanziario dell’ente. Così come lascia un forte dubbio il fatto che i gravi movimenti pare siano iniziati già dal 2009. In seno alla Cisal c’è chi sostiene in proposito che serve innanzitutto un fine attività oculato che garantisca i lavoratori e riporti serenità in un ambiente segnato, negli ultimi mesi, da forti tensioni. I lavoratori non hanno colpa: non siano loro e i cittadini a pagare le conseguenze di una gestione che oggi, pur tra mille difficoltà, si macchia di un crimine destinato a lasciare il segno”.
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