Lavoro: anche in Calabria il Pcl si mobilita per il referendum sull’art. 18
Giovedì 13 settembre 2012 si è tenuto a Vibo Valentia una riunione del coordinamento regionale calabrese del PCL che ha deciso di impegnare tutte le energie del partito nella campagna a sostegno del referendum sull’articolo 18. Anche in Calabria questo è un terreno di lotta fondamentale per ribadire la centralità del lavoro come diritto inalienabile, la necessità di superare precarietà e lavoro nero e per sconfiggere la politica governativa su lavoro e pensioni. – Lo si legge in un comunicato del Partito Comunista dei Lavoratori, Coordinamento regionale calabrese - Il referendum si pone in continuità con il no dei lavoratori di Gioia e ha come sviluppo conseguente un rovesciamento dei rapporti sociali, il controllo dei produttori sull’economia, un governo dei lavoratori.
Questo resta l’orizzonte politico anche in relazione allo scempio in cui le classi dirigenti hanno gettato la Calabria intera. Al suo interno si colloca la crisi dell’amministrazione comunale di Reggio Calabria di cui il PCL ha da tempo richiesto lo scioglimento per svariati e gravissimi motivi. Reggio Calabria è schiacciata da un prepotente blocco di potere affaristico mafioso per come emerge anche dalle ripetute inchieste della magistratura; di fronte a tale blocco l’opposizione di sinistra presente nel consiglio comunale svolge un ruolo del tutto inadeguato e non promuove la necessaria mobilitazione di massa che resta la strada fondamentale per liberare la città dalla dittatura mafiosa e per cercare di costruire un’alternativa reale.
Il coordinamento, svoltosi alla presenza del compagno Pino Siclari della direzione nazionale, ha preso atto delle dimissioni da coordinatore del compagno Francesco De Simone e ha deciso di riconvocarsi all’inizio di ottobre per eleggere un nuovo coordinatore regionale e per rilanciare l’iniziativa del partito.