Napoli (Fli), opinione pubblica turbata da mal costume
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato a firma di Angela Napoli (Fli)
Gli episodi di malcostume, ormai divenuti numerosi, e che hanno coinvolto, in particolare nell'ultimo anno, alcuni esponenti del mondo politico nazionale e regionale, hanno turbato e continuano a turbare l'opinione pubblica, contribuendo a farle perdere la fiducia nelle Istituzioni ed incoraggiandola ad entrare nel mondo dell'antipolitica.
Il giudizio che consegue all'insorgere di ogni nuovo e comprovato episodio scandalistico finisce con l'estendersi, spesso ingiustamente, a tutta la classe politica dirigente, sminuendo la stima dei cittadini in chi li rappresenta e amministra, e ponendo in dubbio la validità stessa del sistema giuridico - costituzionale che regola la vita del nostro Paese. Allo scopo di rasserenare la pubblica opinione, di ristabilire nei cittadini la piena fiducia nei propri amministratori, di colpire gli eventuali responsabili del malcostume politico e amministrativo, ritenendo, altresì, di dover appagare l'esigenza di coloro che vengono giustamente allarmati per il continuo ripetersi di scandali, ho voluto presentare, fin dal maggio 2008, una proposta di legge per consentire "l'avocazione allo Stato dei profitti politici illegittimi", riproposta anche, quale emendamento, durante l'iter sul provvedimento anticorruzione, già approvato alla Camera dei Deputati ed attualmente in discussione al Senato. I costanti scandali che hanno toccato e che tutt'oggi intaccano importanti politici nazionali e regionali, fanno ben comprendere perché la maggioranza delle forze politiche ha respinto in Parlamento il mio emendamento. Credo, però, che sia indispensabile riproporre l'argomento, proprio alla luce del nuovo scandalo che ha coinvolto la Regione Lazio. La responsabilità che, più che mai in questo momento, coinvolge il mondo politico a qualsiasi livello, dovrebbe portare i pubblici amministratori e coloro che hanno ricoperto o ricoprono cariche politiche, a non aver nulla da paventare da indagini sulle origini, sulla provenienza e sulla formazione del patrimonio proprio o familiare. Qualsiasi politico dovrebbe "offrire al pubblico giudizio il più ampio vaglio sul proprio operato". D'altra parte, così come giustamente viene attivata la prevenzione nei confronti dei patrimoni "illeciti" dei mafiosi, considero necessaria analoga attività nei confronti di tutti quei politici che hanno impinguato illecitamente i loro patrimoni con i soldi pubblici.
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