‘Ndrangheta: Gdf sequestra beni per oltre 1 mln di euro a Cirò

Crotone Cronaca

Nella mattinata odierna, personale del Nucleo Polizia Tributaria di Crotone ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo d’urgenza emesso dal Presidente F.F. del Tribunale di Crotone – Dottor Massimo Furciniti -, su proposta inoltrata dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro (Direzione Distrettuale Antimafia), Dottor Vincenzo Antonio Lombardo, ai sensi del Decreto Legislativo 6 settembre 2011, nr. 159 (Nuovo codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione).

L’esecuzione del provvedimento da parte delle Fiamme Gialle crotonesi è avvenuta contestualmente ad una più ampia attività di polizia giudiziaria in materia di contrasto al traffico di stupefacenti eseguita dal G.I.C.O. del Nucleo Polizia Tributaria di Catanzaro, in collaborazione con il Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.) di Roma, che ha notificato misure cautelari personali e reali disposte dalla Procura della Repubblica – D.D.A. di Catanzaro -.

Il provvedimento del Tribunale di Crotone, finalizzato all’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale del sequestro e successiva confisca, colpisce S.P.S., 55 anni, di Cirò Marina, gravato da numerosi precedenti penali e di polizia, ritenuto personaggio molto vicino all’organizzazione mafiosa denominata “locale di Cirò”, che nel tempo ha continuato a mantenere il predominio del territorio con la gestione del traffico di sostanze stupefacenti, le estorsioni in danno di commercianti ed il traffico d’armi . Gli accertamenti patrimoniali delegati alle Fiamme Gialle crotonesi dalla Procura Distrettuale Antimafia, a seguito di specifica richiesta del reparto operante, sono stati estesi anche ai 5 componenti del nucleo familiare del proposto ed hanno evidenziato la manifesta sperequazione tra i redditi di modesta entità, dichiarati nell’ultimo decennio, e l’ingente patrimonio accumulato nello stesso periodo.

Nello specifico, l’esito delle indagini ha fatto emergere come i redditi complessivamente dichiarati dai componenti del nucleo familiare siano assolutamente irrisori, al punto da apparire sicuramente inidonei anche solo a soddisfare le esigenze primarie di vita. Infatti, per ciascun anno considerato, il raffronto tra redditi e spesa familiare annua mediamente sostenuta è risultato sempre negativo. Alla luce delle vigenti disposizioni dettate dalla normativa antimafia, l’Autorità Giudiziaria ha ritenuto che l’entità del patrimonio ricostruito a seguito dell’attività investigativa non possa trovare giustificazione se non quale provento dell’attività criminosa posta in essere dal S.P.S. nell’ambito dell’organizzazione criminale di appartenenza.

Il provvedimento di sequestro ha riguardato, nel dettaglio: il compendio dei beni relativi a 1 impresa individuale (attività di commercio calzature ed articoli sportivi); 21 unità immobiliari tra terreni e fabbricati; vari automezzi per un valore complessivo pari ad €. 1.250.000.