Ammortizzatori sociali: protesta di sindacati e lavoratori davanti le prefetture calabresi

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“Per Giovanni Donato e Umberto Calabrone Cgil Tonino Russo e Gerardo Calabria Cisl Roberto Castagna e Gianvincenzo Petrassi Uil sarà un giorno di lotta per un diritto sacrosanto: il pagamento degli ammortizzatori sociali (ormai in ritardo da circa 4 mesi) per tutto il 2012. Il 2 ottobre – è scritto in una nota - mentre Francescantonio Stillitani, assessore al Lavoro della Regione, e il dirigente generale Bruno Calvetta, incontreranno a Roma il ministro del Lavoro Elsa Fornero, Cgil, Cisl e Uil saranno in piazza insieme ai lavoratori. In migliaia faranno sentire la loro voce davanti alle Prefetture delle cinque province calabresi.

L’obiettivo è quello di dare un segnale forte al Governo, affinché non dimentichi la Calabria e stanzi al più presto i 120 milioni di euro necessari a pagare cassa integrazione e mobilità per il 2012. La situazione è molto critica. Sono migliaia le persone che attendono gli arretrati relativi agli ammortizzatori sociali. Nella maggior parte dei casi si tratta di padri di famiglia e con un muto sulle spalle. La cifra che mensilmente percepiscono è bassissima e se a ciò si aggiunge che questa non è percepita ormai da mesi, è facile capire quali siano le difficoltà che queste persone incontrano quotidianamente. E non basta. Parlare di difficoltà è riduttivo. La tensione sociale che si avverte e molto alta e il Governo non può non tenerne conto. Ne va del futuro della Calabria e, di conseguenza, anche del Paese. Basta fare qualche calcolo per capire la drammaticità della situazione: sono 15 mila le persone che percepiscono cassa integrazione e mobilità. Solo 6000 sono nella provincia di Cosenza.

Ma l’incontro del 2 ottobre, sotto le Prefetture calabresi, non servirà solo per chiedere al Governo la copertura degli ammortizzatori. Ciò che chiediamo con più forza è che si attuino politiche per la ricollocazione dei lavoratori espulsi dal mondo del lavoro. Non è possibile affrontare la crisi in modo passivo. Bisogna agire attivamente cercando di colmare il vuoto lasciato in questi anni dalla mancanza di una seria politica di sviluppo industriale. Attendere ancora ci potrebbe costare carissimo, sia dal punto di vista economico, ma soprattutto dal punto di vista sociale”.