Agroalimentare: proposto “prezzo di produzione” per le clementine della Sibaritide
Lanciata la proposta di un “prezzo di produzione” per le clementine della Sibaritide da “imporre” al mercato e, soprattutto, alla grande distribuzione. L’idea, alquanto innovativa, è stata resa pubblica nel corso della conferenza stampa promossa dal Distretto Agroalimentare di Qualità di Sibari, in collaborazione con le Organizzazioni Datoriali provinciali Cia, Coldiretti e Confagricoltura, mercoledì scorso, nella sala riunioni della Camera di Commercio di Cantinella, sul tema: “Ipotesi di ragionamento sui costi di produzione delle clementine nell’area del Distretto”. Una conferenza stampa - informa una nota - che ha visto la partecipazione, oltre che degli operatori dell’informazione e dei vertici del Distretto e delle Organizzazioni Datoriali provinciali, anche dei rappresentanti delle Organizzazioni dei Produttori, tra le quali “Sibarit”, “Coab”, “Carpe naturam”, “Torre di Mezzo”, delle Cooperative di Produzione e dei commercianti. L’incontro con i giornalisti è stato introdotto da Antonio Schiavelli, presidente del Distretto Agroalimentare di Qualità di Sibari. Il presidente Schiavelli, dopo aver ricordato alcuni dati, tra cui quello che la Sibaritide produce più del 40% dell’intera produzione nazionale di clementine, ha spiegato il perché dell’iniziativa.
“L’obiettivo che si vuole raggiungere è quello di voler caratterizzare l’intera area del Distretto Agroalimentare di Qualità di Sibari come un’area fortemente vocata alla produzione di clementine e di far comprendere che se non si riescono a coprire i costi di produzione quest’area è seriamente destinata a implodere. Il senso dell’incontro – ha evidenziato Schiavelli - è tutto quanto collegato sulla necessità, in occasione della concretizzazione del decreto sulle Liberalizzazioni, dell’obbligatorietà, quindi, di avere un contratto scritto con la grande distribuzione, come Distretto Agroalimentare di Qualità di Sibari che ha in sé la rappresentanza importante di buona parte dell’agricoltura della Piana di Sibari, di inserire tra le clausole del contratto anche i costi di produzione. Il nostro è un tentativo per raccontare alle nostre comunità, ai nostri produttori, ai nostri lavoratori e anche a chi consuma i nostri prodotti, che al di sotto di questo costo di produzione (fissato a 45 centesimi per chilo) sarà improbabile continuare a svolgere l’attività. Il dato più positivo che emerge oggi – ha sottolineato il presidente del Distretto - è la vicinanza di tante organizzazioni di produttori, di tante cooperative, di tanti operatori commerciali che concordano su questo dato.
E’ giunto il momento di intraprendere questo percorso. Non sappiamo quali risultati raggiungeremo, ma bisogna iniziare. E’ un percorso su una strada che mira alla collaborazione e non alla competizione. Sicuramente lo stesso discorso sarà fatto per tutti gli altri prodotti della Sibaritide, a iniziare dalle pesche. Stare da soli - ha concluso Antonio Schiavelli - non conviene a nessuno. Bisogna stare assieme per affrontare il mercato in modo più serio”. All’introduzione del presidente del Distretto sono seguiti gli interventi dei responsabili delle Organizzazioni Datoriali. Natale Gallo, rappresentante della Cia, dopo aver sostenuto che “ non è più impossibile produrre clementine con i prezzi di vendita degli ultimi anni”, ha illustrato come si è giunti a fissare il prezzo minimo di vendita a 45 centesimi per un chilo di clementine “Un prezzo altamente competitivo. Un prezzo – ha inteso sottolineare l’imprenditore Gallo –, che non intende dare vita a un “cartello” ma che è solo un punto di riferimento e che si applica prima che il prodotto esca dal cancello della proprietà del produttore”.
Parisio Camodeca, dirigente della Confagricoltura, nel sottolineare l’importanza dell’iniziativa, ha ricordato che il tentativo di fissare un “prezzo di produzione” sta andando avanti da tempo. Il rappresentante della Coldiretti non è stato tenero verso quei “pseudo” imprenditori agricoli che, con il loro agire, si sono dimostrati dei veri e propri speculatori. Il rappresentante della Coldiretti, Pietro Tarasi, nel mettere in evidenza la grande funzione svolta dal Distretto, “capace di far sedere attorno a un tavolo tutte le parti e farle ragionare per poter determinare un concetto molto importante”, ha sostenuto che con l’iniziativa messa in campo “non sarà più il mercato o la grande distribuzione a dettare il prezzo ma si dovrà partire necessariamente dagli effettivi costi di produzione. Un principio molto importante – ha concluso Pietro Tarasi – anche perché se ci si organizza alla meglio si possono spuntare anche prezzi migliori”. L’incontro con i giornalisti è stato, altresì, arricchito dagli interventi di Franco Mazzei, rappresentante della Cia, e di Giacomo Russo, presidente del Consorzio Clementine Ipg.