Pastore (Udc): le scelte sbagliate per la politica
“Sono giorni che si apprende da giornali e tv che il governo continua a tagliare nei settori che a mio avviso andrebbero potenziati. La Calabria sta attraversando un delicato momento congiunturale che acutizza quello che in effetti oggi vive un po’ tutta l’Europa. Proprio in questi momenti bisognerebbe attuare politiche sociali volte a garantire alcuni servizi e agevolazioni alle famiglie più bisognose. - È quanto scrive in una nota stampa Emilio Pastore Commissario cittadino UDC città di Paola - La Calabria da anni, purtroppo, vive il dramma del taglio del fondo sociale, che dovrebbe coprire i bisogni delle persone svantaggiate.
Questo è il frutto di politiche che non hanno favorito lo sviluppo di ciò che la legge quadro 328/00, recepita in Calabria con la legge regionale numero 23/03 disponeva; ossia, la legittimazione, per la regione Calabria, a trasferire risorse e competenze ai comuni al fine di attuare politiche che potessero far crescere il nostro welfare rimasto ormai indietro rispetto a realtà regionali come l’Emilia Romagna, la Toscana, il Piemonte, il Friuli Venezia Giulia e la Lombardia: parliamo dei piani di zona. Dopo vari dibattiti politici, nel 2006, parte il processo di riforma con l’attuazione del primo piano sociale con cui venivano definiti gli indirizzi programmatici per dare seguito ai veri piani di zona.
L’Attuale assessore al ramo, l’On. Stillitani, - si legge ancora nel comunicato - continuamente incalza e continuamente comunica all’assessore al bilancio della nostra regione ed al ministro del welfare, le problematiche che affliggono il dipartimento 10 (politiche sociali, famiglia e lavoro), rivendicando attenzioni particolari a questo settore che viene spesso penalizzato. Gli sforzi sono ammirevoli, sono ammirevoli anche le istanze prodotte al governo centrale, ma purtroppo, ancora oggi, non è stato attuato un vero processo riformatore dove la questione in gioco non è banale ma riguarda un sistema di protezione sociale e di promozione umana, che la nostra regione intende garantire ai propri cittadini.
La regione Calabria continua ad essere l’unica che non ha reso esecutiva, se non in minima parte, la legge quadro sui servizi sociali (n. 328/2000) e si continuano a gestire direttamente alcuni comparti, in quanto si ritiene che i comuni - e qui sono pienamente d’accordo - non siano preparati o attenti ad altre problematiche. La preoccupazione è quella di vedere i comuni delegittimati e non all'altezza, anche per quanto riguarda gli stanziamenti ed i trasferimento del piano per il sud. Di fatto, non per colpa sicuramente dell’assessore Stillitani e della sua struttura, la regione Calabria ha scelto di non applicare una riforma fondamentale nel contrasto alla povertà e al disagio. In questo momento storico che vede una drastica riduzione delle risorse economiche sul sociale, è alquanto sconsigliabile omettere una programmazione a sostegno delle categorie più deboli.
Il mio auspicio, oltre a rivendicare un’attenzione maggiore a questo settore, é che presto la regione e le province attivino una serie di azioni d’accompagnamento, di formazione e di assistenza tecnica verso tutti quei comuni che non sono preparati a svolgere questo ruolo, anche per carenza di risorse economiche e professionali. Non è un semplice trasferimento di competenze e risorse. La sfida viene dal territorio, dalla domanda sociale, dai diritti non garantiti alle famiglie e ad interi gruppi sociali ed è quella di riuscire a costruire un welfare locale come parte essenziale delle politiche di sviluppo e di coesione sociale delle comunità.
La giunta e il consiglio regionale - conclude Pastore - devono assumere iniziative adeguate per dare copertura finanziaria al settore delle politiche sociali, sia in fase di assestamento di bilancio per l’anno 2012, sia in fase di bilancio preventivo 2013, dando priorità alla spesa sociale rispetto ad altri capitoli”.